È morto Antonio Pallante, l’uomo che attentò alla vita di Palmiro Togliatti. Il prossimo agosto avrebbe compiuto cento anni. Invece è scomparso nella sua casa di Catania, poco prima di compierne 99, lo scorso 6 luglio, ma la notizia è stata data solo oggi dai familiari. Antonio Pallante è stato l’attentatore di Palmiro Togliatti, colui che il 14 luglio del 1948 esplose quattro colpi di pistola, di cui tre andati a segno, contro il leader del Partito comunista. “Mio padre ci ha sempre detto che quel gesto lo ha fatto semplicemente perché da studente vedeva una minaccia per la democrazia nel legame tra Togliatti e l’Urss”, spiega il figlio all’Ansa.
La sparatoria avvenne a Roma, vicino alla Camera dei deputati, da dove il ‘Migliore’, come era soprannominato Togliatti, era appena uscito in compagnia di Nilde Iotti, che rimase illesa.
Pallante, che partì armato da Randazzo, nel Catanese, dove viveva, agì da solo spinto, disse, dalla paura del pericolo dell’espansione del comunismo in Italia e pensando che il suo gesto fosse la cosa giusta da fare per salvare il Paese. Non si è mai più occupato, almeno pubblicamente, di politica.
Il tentato omicidio, commesso dopo la vittoria della Democrazia cristiana alle politiche del 1948, portò l’Italia a un passo dalla guerra civile. Ci furono forti manifestazioni di piazza che spinsero Togliatti, ferito alla nuca e al torace, a rilasciare un’intervista dal Policlinico di Roma, dove era stato operato, per tranquillizzare gli animi. “Sono fuori pericolo”, disse il leader del Pci, “assicurando a tutti i compagni” che presto sarebbe “tornato al suo posto”. La Cgil guidata da Di Vittorio sospese lo sciopero generale annunciato e i parlamentari del Partito comunista italiano ritirarono le loro dimissioni. A riportare la tranquillità sociale, si ipotizzò, contribuì anche la quasi contemporanea vittoria di Bartali a una tappa del Tour de France.
Ex seminarista e membro della Gioventù Italiana del Littorio per poi fare campagna elettorale nel 1948 per il Blocco Democratico Liberal Qualunquista, un piccolo partito nato da una scissione del movimento antipolitico Fronte dell’Uomo Qualunque, Pallante era un oscuro 24enne studente fuoricorso di Giurisprudenza spinto all’epoca, sostenne poi, da un estremo nazionalismo. Dopo la sparatoria fu arrestato dai carabinieri e disse di avere acquistato l’arma a Randazzo e di essere arrivato a Roma con l’obiettivo di assassinare Togliatti. Un primo tentativo, compiuto il 13 luglio del 1948, il giorno prima dell’attentato, era andato a vuoto perché non era riuscito a farsi ricevere nella sede della segreteria del Pci, in via delle Botteghe Oscure. Processato per tentativo di omicidio fu condannato a 13 anni e otto mesi di reclusione. La pena in secondo grado fu ridotta a dieci anni e otto mesi. Dopo l’intervento della Cassazione e un’amnistia scontò cinque anni e tre mesi di carcere e fu scarcerato nel 1953. Dopo avere lasciato la prigione, non essendo stato interdetto dai pubblici uffici, trovò lavoro alla Forestale, come suo padre, e poi alla Regione Sicilia senza interessarsi più, almeno pubblicamente, di politica.