PALERMO. “Sono qui per prendere un impegno: la commissione Antimafia regionale istituirà un osservatorio sugli appalti in Sicilia per assicurare maggiore trasparenza. Oggi il sistema di aggiudicazione è soprattutto quello del minor costo e questo perché prevale l’approccio difensivo della burocrazia, in cui il maggior ribasso deresponsabilizza le stazioni appaltanti.
La Sicilia ha dieci stazioni uniche appaltanti, dobbiamo coordinare le modalità di pubblicazione dei bandi per avere un sistema di imprese effettivamente capace di fare le opere, abolendo il più possibile i sistemi di gara cartacei. Il rischio che corriamo, con la riforma del codice degli appalti, è che in nome dello snellimento delle procedure, si saccheggi ogni principio di legalità”. Lo ha detto il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici, intervenendo nella serata di ieri all’incontro “Appalti pubblici – una scalata verso la trasparenza per la legalità”, promosso dalla Cna alla Camera di Commercio di Siracusa, per discutere della riforma del nuovo codice degli appalti che entrerà in vigore il primo aprile.
“Dobbiamo avere come obiettivo quello di fare le opere per singoli lotti funzionali, in modo da consentire una reale concorrenza. Con il bonus edilizio abbiamo assistito a una proliferazione di imprese, alcune ahimè nate soltanto con la prospettiva di cedere il credito, piuttosto che realizzare le opere”, ha aggiunto il presidente, che ha posto l’attenzione su un altro rischio: “Attenzione a non far rientrare dalla finestra quello che cerchiamo di cacciare dalla porta: il subappalto senza limiti in Sicilia è molto pericoloso, perché può tradursi in un sistema efficace di riciclaggio. Su questo vedremo come vigilare. Nei limiti delle competenze Stato – Regione – Europa proviamo a capire come rendere più complicato il subappalto a cascata, per evitare che diventi il Far West delle opere che si realizzeranno nella nostra regione”.