Pnrr: pubblicati bandi per 10,5 miliardi nel 2022, ma le imprese siciliane sono in forte difficoltà fra procedure non aggiudicate (43%) e impossibilità a partecipare alle gare per mancanza di soldi: 2 mila imprese hanno crediti Superbonus incagliati per 1,2 miliardi e quelle impegnate in opere pubbliche attendono i rimborsi del caro-materiali.
Cutrone al ministro delle Infrastrutture, al governatore della Sicilia e ai parlamentari: “Nella conversione del decreto Superbonus trovino una soluzione per sbloccare i crediti fiscali incagliati, si paghi il caro-materiali e si crei una Task Force Sicilia per intervenire sulle stazioni appaltanti e sulle oltre 400 incompiute”
PALERMO. Primi effetti positivi del “Pnrr” in Sicilia. Rispetto ai bandi di gara pubblicati nell’Isola annualmente per un importo totale medio di 1 miliardo di euro (salito a 3,9 miliardi nel 2020 e a 2,5 miliardi nel 2021), l’Ance Sicilia nella bozza dell’Osservatorio sulle costruzioni ha rilevato nel 2022 un boom di bandi pubblicati (2.128) per 10,5 miliardi di euro (+309% sul 2021, +905% sul 2016), di cui 595 opere per 6,5 miliardi bandite fra novembre e dicembre. E, nonostante le polemiche sulle difficoltà tecniche degli enti locali a utilizzare i fondi del “Pnrr”, nell’anno 2022 ben 1.895 gare per 766 milioni sono state di importo sotto la soglia dei 2 milioni di euro, in buona parte provenienti dalle Pubbliche amministrazioni territoriali, che in totale ne hanno bandite 1.249. Però per la prima volta ciò non si traduce in una buona notizia per le imprese edili siciliane.
Da un lato, infatti, prosegue la tendenza delle commissioni di gara a non aggiudicare i lavori: su 1.996 gare pubblicate nel 2021 per 2,5 miliardi, ben 597 gare (29,90%) non risultano aggiudicate ad un anno di distanza, facendo perdere per strada finanziamenti per 1,1 miliardi (42,73%). Dall’altro lato, le imprese non hanno più capacità finanziaria per partecipare alle gare d’appalto: 2mila di loro hanno crediti Superbonus incagliati per 1,2 miliardi con 11mila lavoratori coinvolti, le altre che sono impegnate nei lavori per opere pubbliche sono in fortissima difficoltà perché tarda ancora l’erogazione dei rimborsi per il caro-materiali.
Una situazione da risolvere al più presto, anche in vista dell’annunciato avvio dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, nell’estate del 2024, per il quale le imprese siciliane dell’Ance Sicilia chiedono l’inserimento nell’apposito decreto di una clausola per potere partecipare all’esecuzione di quest’opera in accordo con il general contractor.
Santo Cutrone, presidente di Ance Sicilia, lancia un appello al ministro delle Infrastrutture, al presidente della Regione (al quale ha inviato una richiesta di incontro con l’intera Filiera delle costruzioni) e a tutti i parlamentari “affinché, nella conversione in legge del decreto Superbonus, siano sbloccati i crediti fiscali da bonus edilizi rimasti incagliati, tramite il più semplice e immediato dei metodi, proposto da Ance e Abi: l’utilizzo dei crediti nei pagamenti con il modello F24 operato dalle banche così da liberare spazi per l’acquisizione di nuovi crediti. Inoltre, sollecitiamo l’erogazione dei rimborsi del caro-materiali. E, a proposito della giusta richiesta dei sindaci di realizzare non solo il Ponte, ma anche tutte le infrastrutture viarie e ferroviarie interne all’Isola, di istituire una ‘Task Force Sicilia’ che, tra ministero, Regione e stazioni appaltanti, intervenga per sbloccare l’aggiudicazione delle gare di cui non si ha più notizia e le oltre 400 opere incompiute censite dalla Regione”.