Scomparso improvvisamente Nino Ruggirello, era uno degli agenti della scorta del pm Carlo Palermo quando scampò alla strage di Pizzolungo del 1985.
Un malore improvviso, mentre si trovava nella sua casa nella baia di Cornino, ha causato ieri la morte prematura di Nino Ruggirello. Poliziotto in pensione da quando il 2 aprile 1985 restò gravemente ferito a causa dell’attentato che la mafia organizzò per tentare di uccidere l’allora pm Carlo Palermo, il magistrato che da poche settimane aveva preso servizio alla Procura di Trapani. L’autobomba posta sulla strada di Pizzolungo causò tre vittime, Barbara Rizzo, straziata assieme ai suoi figli di appena sei anni, i gemellini Salvatore e Giuseppe Asta. Carlo Palermo fu protetto dalla blindata sulla quale viaggiava, gli agenti della sua scorta restarono gravemente feriti: Di Mercurio, La Porta e Nino Ruggirello. Di Mercurio morì qualche anno dopo, conseguenze di quell’attentato, ieri ci ha lasciato anche Nino Ruggirello. Ci piace ricordarlo evidenziando il suo carattere, la modestia e le sue poche parole al primo approccio potevano farlo apparire come una persona schiva, facile a farsi prendere dall’emozione per quel ricordo tragico che si portava dentro, e invece era una persona pronta all’impegno, a trasferire negli altri quella passione che lo ha portato in questi anni a non essere conosciuto come una delle vittime sopravvissute di quella strage ma semmai come un uomo, un poliziotto rimasto fedele al giuramento reso allo Stato dal suo primo giorno di lavoro. Sempre un passo indietro rispetto agli altri, ma disponibile a partecipare a quel grande progetto di trasformare la memoria in impegno.
Quando prendeva la parola in pubblico o anche in incontri con studenti venuti a Pizzolungo anche per conoscerlo, all’interno di quel laboratorio di idee nato sul luogo di quel barbaro attentato, concludeva sempre con un semplice “grazie”, era lui che ringraziava chi non ha dimenticato e che dal ricordo ha tratto linfa per lavorare, contro mafia e malaffare.
Una vita quella di Nino Ruggirello senza etichette, in un mondo in cui spesso si scopre che le etichette sono servite e servono a qualcuno come maschera. Ecco Nino Ruggirello ci ha lasciato questa Sua grande lezione e continuerà ad appartenere alla comunità del “Non ti scordar di me”, questo il nome che ha il laboratorio nato nel nome di Barbara, Giuseppe e Salvatore, una comunità che non è solo locale ma che appartiene ai tanti, di qualsiasi età, donne e uomini, appartenenti anche a differenti religioni, dai saperi e dalle culture diverse, internazionali, che ogni giorno sanno di dover essere partigiani della resistenza contro le mafie. Ciao Nino.