Matteo Messina Denaro ha incontrato in carcere Lorenza, la figlia mai riconosciuta

La figlia ha sempre rivendicato il suo diritto a una vita normale, lontano dalle logiche della mafia. Questo desiderio di indipendenza ha creato tensioni con suo padre

Matteo Messina Denaro per la prima volta ha avuto la possibilità di parlare con Lorenza, mai legalmente riconosciuta, nata nel 1996, durante la sua latitanza, dalla relazione con Francesca Alagna. Lorenza porta il cognome della madre, intanto si è sposata e ha reso nonno il boss, ma il figlio non porta il nome del capo sanguinario di Cosa nostra trapanese. A chiedere l’incontro è stata Lorenza. Un incontro straordinario tra le mura del carcere dell’Aquila. Matteo Messina Denaro, il boss dei boss, l’uomo più ricercato l‘Italia ora affetto da un tumore devastante. A raccontare di questo incontro è Repubblica. Ora che l’incontro è avvenuto – si legge sul quotidiano – sorge spontanea una domanda: potrebbe questo dialogo segnare una svolta nella vita di Matteo Messina Denaro? Potrebbe spingerlo a rompere definitivamente con il passato e collaborare con la giustizia? Improbabile: il boss, interrogato dal giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, ha dichiarato di possedere dei beni, ma ha rifiutato di rivelarne la loro ubicazione. Lorenza è diventata la grande inquietudine di Messina Denaro negli ultimi anni. Nei messaggi che sono stati trovati nel covo di Campobello, i carabinieri del Ros hanno scoperto che l’uomo aveva scritto decine di biglietti  mai spediti alla figlia. In uno di questi, Messina Denaro scriveva: “Stai lontana dai mondi che non conosci. Io sono entrato in altri mondi al prezzo della sofferenza, ma tu non osare mai, ti prego”. Parole che rivelano un’anima tormentata e un profondo desiderio di proteggere la figlia. La figlia Lorenza ha sempre rivendicato il suo diritto a una vita normale, lontano dalle logiche della mafia. Questo desiderio di indipendenza ha creato tensioni con suo padre, che l’anno scorso l’ha definita “degenerata nell’infimo” in un messaggio inviato alle sorelle. Messina Denaro, invece, prendeva ad esempio la figlia di un suo fedele alleato, la maestra Laura Bonafede, che è cresciuta senza padre ma è riuscita a costruirsi una vita stabile. La sua indipendenza e il fatto di aver avuto più fidanzati non sono mai piaciuti al capomafia.
Nonostante le difficoltà e le divergenze, Lorenza non ha mai rinnegato suo padre. Anche dopo l’arresto di Messina Denaro lo scorso gennaio, la giovane ha affermato tramite il suo avvocato che, nonostante non porti il suo cognome, non ha mai rinnegato le sue radici. Un incontro che non c’era mai stato. E che l’anziana Lorenza Santangelo, la vedova di don Ciccio Messina Denaro, non aveva mancato di contestare. Anni addietro i poliziotti intercettarono un colloquio tra la madre del latitante con l’altro suo figlio, Salvatore. Era il giorno del compleanno di Lorenza che all’epoca con la madre, Franmcesca Alagna, abitavano assieme a nonna e suocera. Amici di famiglia erano appena andati via dopo aver portato un omaggio per la giovane Lorenza. La nonna colse l’occasione per lamentare in modo irruento il fatto che Matteo non aveva mai provato a incontrare la figlia. Poi sopraggiunse la rottura, con la decisione presa da Francesca Alagna e dalla figlia Lorenza di andare a vivere in un’altra casa, senza più vivere sotto il controllo dei Messina Denaro, in particolare delle sorelle del latitante. Dopo la cattura del boss, fatta dai Carabinieri lo scorso 16 gennaio, sono venuti fuori lettere e pizzini nei quali Matteo Messina Denaro scriveva in modo non proprio paterno della figlia. Ma è saltato fuori anche una sorta di memoriale dedicato alla figlia, con un appunto: ” da dare a Lorenza quando sarà pronta a leggere, quando sarà avulsa dal condizionamento di terze persone”. L’incontro tra padre e figlia in carcere forse è stata occasione per spiegare alla figlia cosa le voleva mandare a dirle.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.