Raccogliere dati scientifici, sociali ed economici per consentire di predisporre i Piani di gestione delle aree di pesca siciliane, previsti dalla legge regionale n. 9 del 2019, sulla base di elementi certi e aggiornati sullo stato di salute dei nostri mari. A partire dai golfi di Castellammare (Trapani), Catania e Patti (Messina). Questo l’obiettivo finale del progetto di ricerca “Rete 3 Golfi – 3G”, finanziato dalla Regione Siciliana attraverso il dipartimento della Pesca mediterranea con risorse del Po Feamp Sicilia 2014-2020. Il progetto, avviato a ottobre 2022 per la durata di 12 mesi, punta a valutare le condizioni degli ecosistemi marini nell’area dei tre golfi e le relative pratiche di pesca per proporre ai pescatori e alla politica modelli integrati e condivisi di gestione. Le attività sono condotte dall’università di Palermo e dalla sede siciliana della stazione zoologica “Anton Dohrn” di Napoli (Sicily Marine Centre), con il sostegno del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.
Questa mattina, al centro le Ciminiere di Catania, è stato fatto un punto dei lavori fin qui svolti, durante l’incontro dal titolo “Rete 3 Golfi: una rete per la gestione della pesca in Sicilia – Il dialogo tra ricercatori, pescatori e decisori politici”. Alla presenza dei vertici dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello sviluppo rurale e della pesca mediterranea, dei ricercatori e dei rappresentanti delle organizzazioni di pesca dei territori ricadenti nel progetto, si è discusso dei dati rilevati e del monitoraggio dello stato delle acque marine con attività di ricerca condotte sulle imbarcazioni che praticano la pesca a strascico.
In sette mesi i ricercatori a bordo di pescherecci hanno lavorato (per più di 500 ore) con i pescatori dei tre golfi. Le barche sono state trasformate in vere e proprie navi da ricerca dove vengono realizzate analisi del pescato e raccolti campioni per lo studio delle specie marine. I sondaggi sono stati condotti da 10 a 560 metri di profondità, anche grazie a sensori hi-tech per misurare temperatura e ossigeno disciolto nei mari. In laboratorio sono state censite 119 specie di organismi marini (86 di pesci ossei, 15 di molluschi, 9 di pesci cartilaginei, 9 di crostacei) e sono stati studiati oltre 30.500 pesci; oltre 500 litri di acqua di mare sono stati sottoposti ad analisi biochimiche e fisiche; sono stati raccolti, setacciati e analizzati circa 1.400 litri di sedimenti marini. La collaborazione attiva con i Consorzi di gestione della pesca artigianale del golfo di Castellammare, di Patti e di Catania, inoltre, permette di raccogliere dati socioeconomici da unire alla conoscenza associata all’esperienza diretta e storica dei pescatori. Durante le diverse fasi del progetto, i ricercatori seguono un approccio di analisi integrata di tutti i parametri di biodiversità e di funzionamento degli ecosistemi per produrre modelli di gestione che preservino sia le risorse ittiche e ambientali sia i valori socioculturali e le economie delle aree interessate.