Peppe lu Corvu arriva con la cascia a castelvedere – Capitolo IV

I racconti di Nicola Quagliata

Peppe luCorvu, persona onesta e seria, gran lavoratore, senza mai una parola fuori posto, parte dal cimitero di Salemi, col suo camioncino nuovo, deciso ad affrontare la notte e la tempesta che avrebbe accompagnato il suo viaggio, col suo carico ben coperto nell’incerata, e decido a consegnare, prima dell’alba, il suo carico al cimitero di Castelvedere. Il suo carico era costituito da una cascia di legno con dentro una salma.

 Peppe su questo concentrava la sua attenzione, sulla cascia, evitando di pensare al contenuto della cascia. Ma la cascia non è una semplice cassa, la cascia ha un solo contenuto, ed il contenuto della cascia è la salma, perciò il suo pensiero ogni volta che andava sulla cascia gli scivolava sul suo contenuto, la salma.

Peppe considerava che ormai per sempre la salma e la cascia avrebbero avuto un unico, inseparabile, destino, e per tutto il viaggio toccava a lui mantenerli uniti.

Peppe si rassegnò ad avere la cascia e la salma come compagni del viaggio.

Peppe si accorse che nella notte nera i lampi si facevano molto luminosi e le saette,  che a due a due attraversavano le nuvole e illuminavano a giorno le colline e le valli, si attorcigliavano tra loro come bisce in amore. In molti punti la strada era allagata dal fango e doveva rallentare e procedere con le marce del motore più basse, la prima e la seconda, per lunghi tratti. Nelle discese il camioncino doveva difendersi dall’acqua e fango che lo superavano come un torrente in piena col rischio di trascinarselo on tutto il carico. Il tragitto da Salemi passava dal paesino di Vita e da Calatafimi e quindi Castelvedere. A pronunciarlo quel tragitto era breve, ma a percorrerlo tra tuoni e lampi, acqua e fango non bastava una nottata per vederne l’arrivo. I lampi, che illuminavano il cielo, si mantenevano bassi, schiacciati da nubi dense e nere, ed i tuoni rotolavano veloci tra le valli come suonati da capricciosi tammurinara che battevano dapprima, leggero e veloci con le bacchette gettandole, dopo un pò, per percuotere con le mani il tamburino, producendo un rombo prolungato che si inerpicava sulle montagne lontane; tremendo era il lampo e tuono, entrambi in un solo istante in minacciosi scontri di nuvole.

Peppe  vedeva, illuminate dai lampi, enormi masse di nuvole nere che si rincorreva sopra la terra ed i tuoni il rumore dei loro passi mentre si spintonavano e si superavano, e lui col suo camioncino nuovo eroe e spettatore della nottata di tempesta. Ad un certo punto un lampo in lontananza schiarì e fece comparire la sagoma del monte Inici, perso in cielo in mezzo alle nuvole. La pioggia batteva con ferocia il tettuccio ed i vetri, quello frontale e quelli laterali, del camion, lasciando indifferente l’interno dell’abitacolo dove lui guidava e manovrava con il cambio delle marce. Il camion nuovo gli infondeva sicurezza e attraversava la strada con sfida.

In un punto tra Vita e Calatafimi, in un fondovalle dove la strada fa una curva lasciando la discesa per una salita, lascia una collina per prenderne un’altra, un ramo trasportato dall’acqua impediva il passaggio e Peppe dovette fermarsi e scendere per rimuoverlo infradiciandosi i vestiti d’acqua e le scarpe di fango. Ripartito mise il riscaldamento al massimo per scaldarsi ed asciugarsi. Arrivò sul piazzale antistante il cancello del cimitero nelle mattinate. Una luce accesa nella camera mortuaria e nella stanza affianco subito dopo il cancello fece capire a Peppe che c’era qualcuno ad aspettarlo, ed infatti il cancello si aprì ed un uomo, che doveva essere il camposanto, gli fece cenno a bracciate di entrare e fermarsi davanti alla porta della sala mortuaria. Peppe seguì le indicazioni e si fermò dove il camposanto gli aveva indicato. Questo camposantaro non era zoppo come quello di Salemi, si muoveva con agilità. Chiuse il cancello e si diresse verso lo sportello da dove Peppe sarebbe sceso.

•                 Buongiorno, tu Peppi sei? Ti ho aspettato tutta la notte ma avevo capito che con questo tempo non arrivavi tanto presto, tutto a posto? Turiddru Crozza mi ha avvisato quando sei partito ieri sera.

•                 Tutto a posto. Ora che sono arrivato posso dire tutto a posto. Buongiorno.

•                 Tu vuoi scaricare e subito andartene o vogliamo aspettare un cambiamento del tempo, magari calma la pioggia.