TRAPANI. «Apprendo dalla stampa che l’assessore all’urbanistica Giuseppe Pellegrino tira dritto sulla lottizzazione sulle saline, e intende portare avanti non solo il progetto di lottizzazione esistente ma persino quello potenziale che, secondo logiche perequative, insisterebbe su un’ulteriore area delle saline stesse».
La deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi, torna sulla salvaguardia delle ultime aree umide rimaste a Trapani e sul silenzio del sindaco in merito, chiedendosi «cosa ne pensa Giacomo Tranchida delle dichiarazioni del suo assessore Pellegrino? Non è stato forse lui, dopo le alluvioni, a commissionare lo studio Venturini, che invita a salvare quell’area?»
«Si ragiona – dice Ciminnisi – come se a distanza di cinquant’anni fosse legittimo continuare a fare scempio del territorio come è stato fatto negli anni 70, senza nulla imparare dalla storia. Pellegrino e soprattutto il silente Tranchida non hanno smentito che quell’area nel PUG è qualificata “ad alta trasformabilità”, cioè che può essere completamente trasformata rispetto allo stato attuale. Altro che tutela, altro che parchi urbani, altro che salvare la città dalle alluvioni. Qui si vuole continuare il sacco di Trapani iniziato 60 anni fa».
«Quanto alle ultime dichiarazioni del collega Safina – continua la deputata trapanese -, rispedisco le accuse di disonestà intellettuale al mittente, perché è falso dire che la strada Zes non tomba canali esistenti e se legge bene le carte, scoprirà che non lo dice una collega alla ricerca di consenso elettorale, ma lo stesso Assessorato regionale al Territorio e Ambiente attraverso gli organismi preposti ha sollevato dubbi analoghi».
«È da incoscienti perseverare nell’errore di intendere la pianificazione di aree contigue come se fossero compartimenti stagni. Per questo ritengo che sia urgente – conclude Ciminnisi – chiedere agli organi competenti la revisione ed aggiornamento del Piano per l’Assetto Idrogeologico (PAI) di Trapani con riferimento a un’area della città che ha visto, negli anni più recenti, un progressivo consumo del suolo, con conseguente riduzione delle zone permeabili. Poi saranno le autorità preposte a valutare».