Provincia di Trapani, agricoltori in protesta

Un migliaio di agricoltori, provenienti da tutta la provincia di Trapani, oltre 200 mezzi agricoli, di cui 152 trattori autorizzati a partecipare dalla Questura di Trapani, 5 organizzazioni sindacali e una cinquantina di operatori dell’informazione. Questi i numeri della prima giornata della manifestazione indetta dalle Segreterie provinciali di CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA e LIBERI AGRICOLTORI. Con non poche difficoltà logistiche, dovute al traffico veicolare, mezzi agricoli e addetti del settore dalle ore 9 dello scorso 16 febbraio hanno occupato l’area attrezzata del mercatino (zona stadio) per un pacifico SIT IN. Scarsa la partecipazione del mondo politico istituzionale e delle Cantine Sociali. Nonostante ciò la voce degli agricoltori della provincia di Trapani si è levata alta e ha raggiunto anche il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che incontrerà Cipriano Sciacca nella qualità di Segretario regionale e Componente della Segreteria Nazionale di FEDER.AGRI. martedì mattina a Roma. “Non capita spesso vedere manifestazioni agricole di così grandi dimensioni, – afferma Michele De Maria, Segretario provinciale FEDERAGRI –  poiché l’agricoltore non è avvezzo ad allontanarsi dalla propria terra, specialmente per partecipare a manifestazioni sindacali. Ciò dimostra che le sue condizioni economiche sono molto più gravi di quanto si possa pensare. I Governi di Palermo, Roma e Bruxelles hanno il dovere di ascoltare gli agricoltori, prima che possano insorgere problematiche sociali”.

La misura più urgente è relativa al ristoro per i danni subiti dalle produzioni nelle due ultime campagne agrarie. Il Presidente Provinciale della COPAGRI Trapani, Giuseppe Aleo dichiara: “Chiediamo l’attuazione delle misure previste da AGRI-CAT, il Fondo Mutualistico Nazionale che risarcisce i danni alle produzioni agricole, causati da eventi atmosferici di natura catastrofale (gelo e brina, siccità, alluvione). La misura mutualistica esiste, ma non può essere erogata perché i nostri vigneti non hanno subito un’ alluvione o una siccità. Basta una deroga del Governo nazionale affinché le avverse condizioni meteorologiche hanno causato ingenti danni (abbondanti piogge di aprile e maggio che hanno causato l’insorgere della fitopatia della peronospora e i picchi di temperatura andati oltre i 50° ad agosto che hanno bruciato gli acini) vengano riconosciute e ristorate.”

Le aziende agricole chiedono, inoltre, la possibilità a reinvestire gli “utili” nell’azienda con il duplice scopo di migliorare il ciclo produttivo e rimanere competitive sui mercati, dopo i danni causati dalla pandemia e dagli scenari di guerra, che hanno fatto raddoppiare, se non triplicare i costi di produzione. “E’ prioritario il riconoscimento del ristoro quanto il credito d’imposta per rilanciare il settore, – sostiene Cipriano Sciacca – il riammodernamento del parco macchine e delle attrezzature agricole con il Credito d’Imposta allargato a: concimi, fertilizzanti, fitofarmaci, carburanti e prodotti energetici, ridarà competitività alle aziende permettendo loro di ricevere quel tanto agognato valore aggiunto che finisce spesso e volentieri nelle tasche degli speculatori di turno”.

Uno dei più grossi problemi dell’agricoltura siciliana è la concorrenza sleale e l’operare in un libero mercato viziato. Infatti, nel mondo vitivinicolo, il prezzo delle uve da mosto non permette più la coltivazione delle stesse. I viticoltori si attestano i costi sempre più gravosi della coltivazione e il vino sfuso delle Cantine Sociali finisce per essere svenduto. “Chiediamo il prezzo minimo per il conferimento delle nostre uve nelle Cantine Sociali, perché non è ammissibile che il raccolto di un anno venga mortificato da prezzi così bassi, che non permettono al viticoltore di vivere, – sostiene Enzo Daidone, Segretario Provinciale CONSAL – alzeremo la pressione pacifica della protesta se non avremo positivi riscontri. Dal “benessere” dell’agricoltore dipendono: l’economia, l’occupazione, l’ambiente e lo stato sociale di questa provincia”.

Tra le altre rivendicazioni sindacali di CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA e LIBERI AGRICOLTORI spicca l’adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture rurali, gli invasi, le reti idriche di distribuzione e le strade. “Chiediamo alla Regione una indagine sulle Dighe e sul loro stato edilizio-statico, perché sprecare l’acqua è un grave peccato in un periodo in cui il rischio siccità è sempre più incombente, – sostiene Gianfranco Giacalone, segretario provinciale della Confederazione Liberi Agricoltori – gran parte degli invasi è costretto a sversare l’acqua a mare, perché mancano i collaudi tecnici o peggio ancora non sono sicuri oltre il raggiungimento di un certo quantitativo d’acqua. Un gravissimo danno a cui si deve porre il freno. L’acqua va conservata quando piove per essere equamente distribuita nei mesi caldi”.

Il SIT IN si è concluso alle 17,30 e gli agricoltori si sono dati appuntamento al 17 febbraio, alle ore 9 in tre aree di raduno: area attrezzata del mercatino (Zona Stadio), parcheggio nei pressi del Monumento ai Mille (zona Salato), sterrato utilizzato dai Circhi (zona Salinella). Le Organizzazioni Professionali e Sindacali CONFSAL, COPAGRI, FEDER.AGRI, FNA, CONFAGRICOLTURA e LIBERI AGRICOLTORI hanno dato istruzioni ai partecipanti al fine di ridurre al minimo i disagi al traffico veicolare, grazie anche a una massiccia presenza della Polizia Municipale.

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