Il Carnevale alcamese passato ammirando i carri e le maschere, divertendosi o tentando di farlo in un periodo dove si parla solo di negatività, sembra lontano, ma ancora vivo è lo spirito che lo ha animato e di sicuro si è fatto tesoro dei messaggi sociali che sono stati protagonisti: quello di Pace, evidente grazie alla gioia condivisa che non ha fatto distinzione di colori e idee, e poi quello contro la violenza sulle donne e per la parità di genere.
Tutti hanno notato il carro di Barbie, che “grida” “siamo donne non siamo bambole”, contro i femminicidi. Un carro che ha messo in risalto che la vita è a colori e che quando mancano, in quel momento, viene messa in pratica una violenza, fisica o psicologica, su una donna, tutto dettato da ignoranza e da una cultura che tarda a dissolversi, perché ancora oggi abbiamo notizia di fatti che tesimoniano la presenza di quella mentalità che vorrebbe mettere in un angolo le donne e che le vuole oggetto da abbellimento, da riporre in cantina quando si vuole o addirittura negare alle stesse il rango di essere umano meritevole di diritti.
Quindi grazie a chi ha realizzato i carri, anche a Carnevale rimaniamo umani e non cessiamo di lottare.