Memoria e impegno responsabile, adesso tocca a Trapani

Nel giorno dedicato al ricordo delle vittime innocenti della strage di Pizzolungo, don Luigi Ciotti ha reso ufficiale la scelta della città siciliana per il 21 Marzo 2025.

L’esempio migliore di come memoria e impegno possano crescere nella nostra società ha il volto di una giovane donna, Margherita Asta, che a dieci anni è dovuta crescere in fretta dopo che la mafia il 2 Aprile 1985 le ha ucciso la madre , Barbara di 30 anni, ed i suoi fratellini, Salvatore e Giuseppe, gemelli di sei anni. Straziati dal tritolo che la mafia aveva piazzato dentro una automobile lasciata ferma sulla strada di Pizzolungo, frazione ericina sul mare, e destinato ad un coraggioso magistrato della Procura di Trapani, che scampò a quell’attentato, Carlo Palermo. A indicare Margherita come testimone delle migliori cose che possiamo fare per combattere le mafie, è stato ieri, a Erice, durante la cerimonia di commemorazione di quella strage, don Luigi Ciotti, il presidente dell’associazione Libera. Durante l’omelia pronunciata nel corso della cerimonia religiosa, seguita a quella civile sul luogo della strage, don Ciotti ha parlato ai presenti ricordando com il dolore si è trasformato in un impegno quotidiano lungo tutti questi 39 anni, Margherita è prova che se vuole la società civile può combattere le mafie, un impegno declinato con il Noi. “C’è la memoria – ha detto don Ciotti – è da questa nasce l’impegno che deve essere responsabile, impegno che spesso la società civile ha reso tangibile ancora meglio rispetto a quello messo in campo dalle Istituzioni”. Richiamo severo quello rivolto da don Luigi Ciotti alle Istituzioni: “Spesso sentiamo parlare del diritto alla sicurezza noi vorremmo sentire dire di sicurezza dei diritti”. “La speranza non muore – ha detto Margherita Asta -, perché verità e giustizia, ordinaria e sociale, trionfano sempre. È la comunità che può scardinare il sistema mafioso”. Il prossimo anno ci sarà una coincidenza di anniversari: 30 anni dalla nascita di Libera dalla prima giornata dedicata alle vittime innocenti delle mafie, dal 1995 si celebra il 21 marzo, ma saranno anche 40 anni dalla strage mafiosa di Pizzolungo. Anche per questa ragione don Luigi Ciotti ha annunziato che il 21 Marzo 2025 sarà Trapani la città che ospiterà la manifestazione nazionale. Una scelta precisa, netta, che si inserisce all’interno di una cornice precisa. “Combattere le mafie e combatterle nelle periferie del nostro Paese, dove spesso la marginalità sociale, l’assenza di interventi precisi di giustizia sociale, fanno mantenere attecchita la malapianta della criminalità organizzata”. “Servono azioni quotidiane – ha affermato Salvatore Inguì cooridnatore provinciale di Libera a Trapani – queste possono fare la differenza, lo Stato, nell’ambito della lotta alla mafia, deve essere capace, ma spesso non lo è, di tenere alta la soglia dell’attenzione anche nei confronti dei problemi sociali”.

Don Ciotti ha parlato della necessità di riscoprire un’etica nell’impegno, “guai a ricordarci delle vittime innocenti solo nei giorni degli anniversari, Margherita, la sua famiglia, ci dimostrano come delle vittime innocenti ce ne dobbiamo ricordare ogni giorno, passo dopo passo, solo così possiamo acciuffare e fermare quelle verità che girano ancora per le strade delle nostre città, e che ai familiari delle vittime restano ancora negate”. Trapani dunque come città scelta per il 21 Marzo 2025. Una città che ancora oggi, pur dinanzi ai successi di magistratura e forze dell’ordine contro la mafia, non ha saputo del tutto riconoscere quel certo marciume che per decenni si è annidato anche dentro i Palazzi del potere, nelle banche, nei salotti buoni. Una città dove mafioso era il latifondista prima che lo fosse il campiere, dove a comandare sono stati certi colletti bianchi, imprenditori, baroni e politici, prima ancora di chi portava la coppola e la lupara. Quando la mafia col tritolo ha straziato i corpi di Barbara, Salvatore e Giuseppe, c’era chi andava dicendo che a Trapani la mafia non esisteva, oggi magari ascoltiamo dopo l’arresto e la morte del boss Matteo Messina Denaro, che la mafia è stata sconfitta, ma c’è una realtà che a molti non piace indicare e quella che Cosa nostra frattanto si è evoluta, si annida nei business, e continua a nutrirsi sfruttando i bisogni della gente, facendo continuare a pensare che la mafia è più capace dello Stato a risolvere i problemi della gente. La società civile quindi , quella che in questi anni si è mossa con Margherita e attorno a Lei, ha ancora tanto da fare, molto di più devono fare le istituzioni, “non staremo a guardare senza dir nulla chi non assolve alle proprie responsabilità”, ha sottolineato don Luigi Ciotti. Il 21 Marzo 2025 a Trapani ha da ieri cominciato a far capire che sarà una marcia di grande impegno e che certe cose non le manderà a dire. Intanto in questa setimana ad Erice si articolano una serie di appuntamenti, il “Non ti scordar di me” dedicato a Barbara, Salvatore e Giuseppe. Iniziative volute dal Comune di Erice e dall’associazione Libera, che vedono tra gli altri la presenza di Agnese Moro, figlia di Aldo, alle sue parole lasciate in eredità su verità e giustizia, ha ricordato la sindaca di Erice Daniela Toscano, sono ispirate le manifestazioni comeinciate ieri con la commemorazione e il ricordo delle vittime della strage di Pizzolungo. In calendario anche una performance teatrale, il 4 aprile, dedicata proprio ad Aldo Moro e a Peppino Impastato, sulle loro uccisioni, avvenute nello stesso giorno, 9 maggio 1978, continuano a non essere svelate tutte le verità. Agnese Moro con Margherita Asta e Beppe Giulietti, assieme al giornalista di Libera Informazione Lorenzo Frigerio, incontreanno oggi al Polo Universitario gli studenti trapanesi. La conclusione il 5 aprile con la premiazione dei vincitori del concorso giornalistico dedicato al giornalista Santo Della Volpe. Nell’occasione ci sarà l’intervento del presidente della FNSI , Vittorio Di Trapani. A Erice sono presenti anche gli studenti di Castello d’Argile, per un gemellaggio con le scuole di Erice.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.