“Con profondo dolore e sincero cordoglio mi unisco al lutto che ha colpito la famiglia e l’intera comunità, per la scomparsa di Vincenzo Agostino, figura emblematica di coraggio e di inestinguibile ricerca della verità. La sua lotta, durata oltre tre decenni, per far luce sull’omicidio del figlio Nino e della nuora incinta Ida, è stata fonte di ispirazione per tutti coloro che credono nella giustizia e nella lotta contro la mafia e le collusioni negli apparati dello Stato. La scorsa estate ho anche avuto l’onore di parlare a lungo con Vincenzo, di ascoltare la sua storia, di ammirare la sua perseveranza e la sua incrollabile volontà di combattere fino all’ultimo respiro. Da Amministratore, Deputata e Vicepresidente della commissione antimafia, è mio dovere morale onorare la memoria di Vincenzo, continuando a lavorare con dedizione per contrastare le strutture mafiose e per sostenere le vittime di tali atrocità. La sua morte non segna la fine della sua battaglia; al contrario, rafforza la nostra determinazione a perseguire la verità e la giustizia che lui ha tanto cercato. La sua lunga barba bianca, simbolo del suo impegno civile, rimarrà impressa nella memoria di tutti noi, come monito a non arrendersi mai di fronte alle avversità”. Lo afferma Bernardette Grasso, sindaco di Capri Leone, deputato regionale e Vicepresidente della Commissione Antimafia all’Ars.
Il gruppo parlamentare del M5S all’Ars esprime profondo cordoglio per la morte di Vincenzo Agostino: ““Padre coraggio, diventato simbolo antimafia per la sua instancabile ricerca della verità sul duplice omicidio del figlio e della nuora”. “La ferrea determinazione di Agostino – dice il capogruppo Antonio De Luca – sarà sempre esempio di grandissimo impegno civile per tutti e sia stimolo al conseguimento della piena verità per la quale si è battuto tutta la vita”.
Antonello Cracolici, Presidente della commissione Antimafia all’Ars, dichiara: “Il mondo dell’antimafia perde un instancabile cercatore di verità: Vincenzo Agostino, da anni in attesa di sapere i nomi dei mandanti dell’omicidio di suo figlio Nino e della nuora, Ida Castelluccio, che era incinta. La sua barba era diventata il simbolo di una giustizia attesa. Con lui, da consigliere comunale, ho condiviso la rinascita di Palermo. Spero che la sua battaglia, portata avanti nelle scuole, possa avere al più presto una risposta”.