Elezioni a Castelvetrano tra inciuci, voltagabbana, mafia e massoneria. Tutto quello che non vi dicono

Alle elezioni castelvetranesi si sta imponendo in maniera preponderante il trasformismo e l’inciucio.
Tra i candidati alla poltrone di Sindaco, infatti, c’è il medico Salvatore (detto Totò) Stuppia, appoggiato da tre liste civiche. Sembra però che l’orologio del tempo sia stato rimesso con le lancette all’indietro: dopo tanto parlare di mafia e di inciuci con la massoneria (le ultime commissioni parlamentari antimafia hanno riempito i loro archivi di parecchi documenti, e la inquinante presenza di logge massoniche a Castelvetrano portò nel 2017 allo scioglimento degli organi politici e all’annullamento delle elezioni amministrative già incardinate e poi nel 2019 all’operazione Artemisia condotta dai Carabinieri che ha avuto sullo sfondo la presunta esistenza di una loggia segreta), adesso se si vuole si possono scorgere candidati legati alla massoneria e supporter più volte citati in indagini antimafia e in particolare nelle indagini riguardanti il predominio trentennale del boss Matteo Messina Denaro. Nome presente nell’elenco delle logge massoniche di Castelvetrano è quello di Salvatore Stuppia (Italo Letizia). Stuppia lo diciamo con chiarezza non è stato mai coinvolto in provvedimenti giudiziari, è un politico di lungo corso mai toccato dalle tempeste giudiziarie come quelle che hanno toccato uno dei suoi più famosi leader, il salemitano Pino Giammarinaro. Fu assessore provinciale proprio in quota Biancofiore, il movimento politico creato da Giammarinaro. E gli va riconosciuto che non si è mai presentato come un musone ma anzi sempre da vero simpaticone.
Non abbiamo nulla contro la persona Stuppia, è al politico che oggi ci rivolgiamo. Nella corsa a sindaco è spuntato dopo che alla coalizione civica che lo sostiene disse di no l’avv. Giovanni Lentini, al quale pare non essere piaciuta la lista di Obiettivo Citta e che ha preferito scendere in campo con la coalizione di centrodestra, Tra i sostenitori di Stuppia ce ne è uno dal nome pesante, Giuseppe Fontana detto Rocky. Assolto da reati di mafia ma condannato per traffico internazionale di droga, ha pagato le sue pendenze giudiziarie, ma il suo nome è comparso ancora in altre indagini su Messina Denaro. Mai però un rinvio a giudizio per gravi reati. Solo un paio di interdittive antimafia della prefettura. Ma nemmeno mai una parola contro il suo fidato amico Matteo Messina Denaro. Stuppia in questa campagna elettorale , alla pari di tutti gli altri candidati, ha spesso parlato di legalità. Ma se non prende distanza da chi ha sfidato a braccio di ferro la legalità , rischia di parlare bene e razzolare male.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.