Oggi, Palermo è stata teatro di solenni commemorazioni in memoria del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, un uomo che ha rappresentato un baluardo nella lotta contro la mafia e che, 42 anni fa, pagò con la vita il suo impegno nel contrastare lo strapotere di “cosa nostra”. Le celebrazioni si sono svolte in un contesto carico di significato, con la partecipazione di alte cariche dell’Arma dei Carabinieri, rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, nonché della cittadinanza palermitana.
Le commemorazioni hanno avuto inizio nella Caserma sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia, intitolata proprio al Generale dalla Chiesa, che è stato comandante della Legione dal 1966 al 1973. Il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Truglio, Comandante Interregionale Carabinieri Culqualber con il Generale di Divisione Giuseppe Spina, Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, hanno deposto una corona al busto dedicato all’Eroe, collocato nell’androne d’ingresso del Comando Legione.
Alle ore 11.30, in via Vittorio Emanuele, alla presenza dei citati Ufficiali Generali, delle massime Autorità, del Prof. Nando dalla Chiesa e della dottoressa Simona dalla Chiesa, figli del Prefetto, alcuni bambini provenienti dai quartieri provenienti dai quartieri Cassaro, Ballarò, Danisinni, Capo e Albergheria, hanno deposto un cuscino di fiori sul cippo commemorativo dedicato all’Eroe.
«Oggi, nel 42º anniversario della barbara uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, ho voluto rendere omaggio a un uomo che ha rappresentato con coraggio e determinazione lo Stato nella sua lotta contro la mafia. Il generale Dalla Chiesa, con la sua integrità e il suo impegno incrollabile, ha pagato con la vita il prezzo del suo senso del dovere e della sua fedeltà alle istituzioni». Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che questa mattina ha depositato una corona d’alloro sul luogo della strage, in via Isidoro Carini a Palermo.
«In questo giorno – ha proseguito Schifani – il mio pensiero va anche a sua moglie, Emanuela Setti Carraro, e all’agente Domenico Russo, vittime innocenti della mano mafiosa. Il loro sacrificio non può essere mai dimenticato. È nostro dovere continuare a ricordare e a tramandare la memoria di questi eroi, affinché il loro esempio sia guida per le future generazioni».
“42 anni fa cosa nostra trucidò il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa con sua moglie, Emanuela Setti Carraro. Sotto il piombo dei Kalashnikov corleonesi morì anche l’agente di scorta Domenico Russo. Qualcuno quel giorno triste scrisse ‘qui muore la speranza dei palermitani onesti’. Il 3 settembre 1982 è, invece, l’inizio del risveglio delle coscienze di tanti, troppi, palermitani e siciliani fino a quel momento distratti e assopiti”. Lo dichiara il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, nel 42° anniversario dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta, Domenico Russo.
“Il lavoro da fare per sconfiggere cosa nostra è ancora molto. Ma, – prosegue – grazie all’impegno di magistrati e forze dell’ordine l’ala militare della mafia è stata sconfitta. Resta ancora la mentalità mafiosa e la capacità di cosa nostra di infiltrarsi nei gangli della società civile e la continua penetrazione della pubblica amministrazione. E’ su questo fronte che occorre innalzare il livello di contrasto – conclude – per recidere le radici della mala pianta mafiosa”.