TRAPANI. “Se ci sono dei colpevoli vanno senza dubbio perseguiti, perché atti del genere sono da condannare totalmente. Ma l’Azienda non deve fare di tutta l’erba un fascio e a molti lavoratori, che sono stati additati fra i responsabili di aver vessato i colleghi per indurli a interrompere il servizio, di fatto sono pervenute contestazioni disciplinari di altra natura, tutti ancora da verificare, con l’ipotesi di aver incitato i colleghi a non fare gli straordinari. Contestazioni che riteniamo infondate e che saranno verificate nelle sedi opportune”. Ad affermarlo sono Anselmo Gandolfo segretario provinciale Filt Cgil Trapani, Rosanna Grimaudo segretaria provinciale Fit Cisl Trapani, Rosario Gentile segretario provinciale Faisa Cisal e Mario Parrinello segretario provinciale Ugl, intervenendo cosi sul caso dei presunti comportamenti intimidatori messi in atto da alcuni lavoratori di Atm, l’azienda trasporti di Trapani, per indurre i colleghi a scioperare interrompendo così il servizio e che sarebbero stati denunciati in modo anonimo. “E’ vero che si vive un clima di tensione in azienda ma questo stesso clima è stato alimentato da alcune scelte della stessa dirigenza, i lavoratori sono scoraggiati e delusi. Delusi – continuano i sindacalisti – dalla scelta di disdettare alcuni accordi trentennali in fase di raffreddamento, dal mancato pagamento della retribuzione ferie dal primo marzo scorso, dal mancato rispetto dei tempi di riposo e guida per gli autisti, e da contestazioni sollevate nei confronti di alcuni dipendenti su motivazioni inconsistenti e che sono finite tutte con un nulla di fatto”. “Per fare alcuni esempi, ci riferiamo alla contestazione relativa a una maglia intima diversa dal colore della camicia, di una assenza breve per usufruire dei servizi igienici e altre ancora ai limiti della ragione”. I sindacalisti concludono “bisogna ripristinare un dialogo con le parti sociali che sia costruttivo e produttivo, a giovarne sarebbero tutti i dipendenti ma anche la qualità dei servizi per i cittadini trapanesi”.