GDF Palermo: contrasto alla criminalità organizzata di stampo mafioso in Italia e Brasile: eseguite misure cautelari personali nei confronti di quattro soggetti e sequestrate nove aziende

Nella mattinata di oggi, le Fiamme Gialle del Comando Provinciale Palermo hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari, emessa dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro soggetti, di cui tre destinatari di custodia cautelare in carcere e uno degli arresti domiciliari.

É stato, altresì, disposto il sequestro preventivo di nove società operanti nei settori immobiliare e ristorativo, situate in Italia, Svizzera, Hong Kong e – per la maggior parte – in Brasile, nonché di somme di denaro per oltre 350.000 euro.

Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.

L’operazione si inserisce nell’ambito dell’indagine che, lo scorso 13 agosto, ha portato all’arresto, in Brasile, di un imprenditore e al sequestro, nel medesimo Stato, di disponibilità finanziarie e beni per un valore fino a 50 milioni di euro.

Entrambe le misure erano state disposte dal 2° Tribunale Federale del Rio Grande Do Norte (Brasile) all’esito di un’inchiesta sviluppata a partire da riscontri investigativi acquisiti dalla citata D.D.A. di Palermo e condivisi con le Autorità Brasiliane nel quadro di una squadra investigativa comune istituita con il coinvolgimento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust.

Con le attività di stamane, anche sul versante nazionale, le indagini giungono a un punto cruciale.

Ciò che emerge, sulla base delle evidenze sin qui raccolte è che un uomo d’onore, già reggente del mandamento di Pagliarelli, con la complicità dell’imprenditore e servendosi delle prestazioni di esperti professionisti del nord

Italia, avrebbe avviato in Brasile lucrose iniziative imprenditoriali, investendo ingenti capitali frutto delle attività

delittuose di Cosa Nostra e, in particolare, del mandamento di appartenenza.

Tra questi anche i proventi derivanti da plurimi atti estorsivi compiuti ai danni di imprenditori palermitani. Il denaro, stando a quanto emerso dalle investigazioni, dall’Italia sarebbe stato trasferito in Brasile attraverso articolati meccanismi di riciclaggio, transitando in molti casi su conti correnti situati all’estero.

Oltre 500 milioni di euro: questo il valore, secondo una prima stima, delle società nel tempo gestite dagli indagati anche con l’ausilio di prestanome.

Muovendo da queste premesse, il G.I.P. ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari per quattro soggetti coinvolti nelle condotte illecite.

L’odierna operazione costituisce il culmine di una complessa attività investigativa volta a far luce sulle cointeressenze di esponenti di spicco di Cosa Nostra palermitana in compagini societarie in Italia e all’estero (in particolare in Brasile).

Il contesto investigativo in questione conferma ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza

nell’aggressione ai patrimoni illeciti accumulati dalla criminalità organizzata, anche con proiezioni investigative

su scala internazionale, e testimonia altresì l’efficacia degli strumenti di cooperazione internazionale.

Si evidenzia, infine, che in attesa di giudizio definitivo, trova applicazione, per tutti gli indagati, il principio della presunzione di innocenza.

Sono quattro le ordinanza di custodia cautelare emesse dal giudice per le indagini preliminare su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo guidata dal Maurizio de Lucia.Tre in carcere nei confronti di Calvaruso, del suo braccio destro Giovanni Caruso e dell’imprenditore bagherese Giuseppe Bruno. Agli arresti domiciliari finisce la mamma di Bruno, Anna Maria Simoncini.

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