Dopo la prescrizione per il reato di false comunicazioni, adesso arriva dai banchi dell’accusa anche la richiesta di assoluzione rivolta al Tribunale di Trapani, collegio presieduto dal giudice Franco Messina, davanti ai quali sono imputati i vertici di Airgest, la società di gestione dell’aeroporto “Vincenzo Florio” di Birgi. Il pm Antonella Trainito ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati dall’accusa di peculato, “perché il fatto non costituisce reato”. Imputati eccellenti, l’attuale presidente Salvatore Ombra e i suoi predecessori, Salvatore Castiglione e Franco Candido Giudice, i vicepresidenti Paolo Angius e Fabrizio Bignardelli, i direttori generali Giuseppe Russo e Giancarlo Guarrera e l’amministratore delegato Vittorio Fanti. L’accusa riguardava la presunta distrazione di circa 18 milioni di euro di tasse addizionali comunali sui diritti di imbarco dei passeggeri. Queste somme, che avrebbero dovuto essere versate all’INPS per un fondo speciale a sostegno del personale del trasporto aereo, sarebbero state, invece, utilizzate, secondo l’accusa iniziale, per far fronte alle difficoltà finanziarie di Airgest. Una indagine avviata alcuni anni addietro, con una maxi perizia disposta dalla Procura, che portò alla richiesta di rinvio a giudizio per quattordici indagati, i vertici amministrativi e dei collegi sindacali della società aeroportuale. A marzo scorso la pronuncia di prescrizione di due dei reati contestati ad alcuni degli imputati: falso in bilancio prescritto per gli ex presidenti della spa, Salvatore Castiglione, Franco Giudice, dell’ex amministratore delegato, Vittorio Fanti, degli ex componenti il cda, Paolo Angius, Luciana Giammanco, Gioacchino Lo Presti e dell’ex direttore generale, Giancarlo Guerrera; e ancora prescrizione per il reato di omesso controllo, nei confronti di Letteria Dinaro, Angelo Michele Maggio, Antonino Diliberti, Antonio Lima e Antonino Galfano, tutti componenti nel tempo e in diversi momenti, del collegio dei sindaci. Il reato di falso e quello di omesso controllo toccava i bilanci Airgest 2012/2015, la contestazione investiva sostanzialmente la iscrizione nei documenti contabili delle quote provenienti dal cosiddetto co-marketing (realizzato con un accordo gestito dalla Camera di commercio e sottoscritto con diversi Comuni per “finanziare” sotto forma di compenso per campagna pubblicitaria la compagnia aerea Ryanair). Per la Procura di Trapani gli amministratori di Airgest avrebbero capitalizzato i costi di co-marketing tra le immobilizzazioni immateriali alla voce “costi di ricerca, sviluppo e pubblicità”, anziché iscriverli nel conto economico, così “concorrendo a determinare il risultato di esercizio per la sola quota del 20 per cento annuo anziché per l’intero”. Ma adesso su questi aspetti il processo si è fermato con l’avvenuta dichiarazione di prescrizione. Il procedimento continuò per la parte riguardante l’accusa di peculato, contestato all’attuale presidente della società di gestione, Salvatore Ombra e ai suoi predecessori, Salvatore Castiglione e Franco Giudice, e, inoltre, anche agli ex vice presidenti Paolo Angius e Fabrizio Bignardelli, all’ex amministratore delegato Vittorio Fanti, e, infine, agli ex direttori generali Giuseppe Russo e Giancarlo Guerrera. Ieri per loro la richiesta di assoluzione. Una indagine condotta dalla Guardia di Finanza e che scaturì da un esposto presentato dal Movimento 5 Stelle. La contestazione del reato di peculato investì un periodo compreso tra il 2009 e il 2018.