GDF Siracusa, GDF Catania: contrasto al lavoro sommerso

A conclusione di un periodo di intensificazione dei controlli coordinati dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Siracusa nel settore del sommerso da lavoro, i militari della Compagnia di Noto, durante l’estate e fino alla prima settimana di ottobre, hanno effettuato decine interventi, scoprendo 23 lavoratori impiegati completamente “in nero” in nove aziende situate nei comuni ad alta vocazione turistica di Noto, Avola e Rosolini.

I finanzieri hanno prima svolto un’accurata osservazione dei luoghi di esercizio delle attività commerciali, poi, avviando delle ispezioni mirate sul territorio, hanno rilevato che, nelle stesse, 23 lavoratori erano privi di contratto e, quindi, in assenza delle più elementari tutele di sicurezza.

Al riguardo, sono state avanzate richieste all’Ispettorato Territoriale del Lavoro per la sospensione dell’attività imprenditoriale di quattro esercizi commerciali, dove il numero di lavoratori irregolari ha superato il 10% del totale del personale.

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato attuazione a un deciso rafforzamento del dispositivo di contrasto all’impiego di lavoratori “in nero” negli esercizi commerciali e del turismo e nelle aziende agricole della provincia di Catania, intensificando capillarmente le attività ispettive, finalizzate a individuare l’impiego di lavoratori in violazione alla normativa contributiva, previdenziale ed assistenziale.

Nel corso dell’ultimo bimestre, i reparti della provincia etnea hanno eseguito controlli nei confronti di attività commerciali operanti nel settore della somministrazione di alimenti e bevande, aziende agricole e alcuni esercizi commerciali a vocazione turistica della costa ionica.

Nell’ambito delle attività ispettive, sono state controllate numerose imprese riscontrando la presenza di 105 lavoratori “irregolari”.

Nello specifico, 78 lavoratori – l’equivalente di circa il 75% dei soggetti irregolari – sono risultati prestare la propria opera totalmente in nero, mentre le restanti posizioni hanno riguardato lavoratori dipendenti che, benché regolarmente assunti, venivano retribuiti mediante pagamenti in contanti, in violazione a quanto disposto dalla Legge di Bilancio 2018, che prevede la tracciabilità delle retribuzioni dei lavoratori, a tutela dei medesimi contro i comportamenti scorretti dei datori di lavoro.

Oltre alla irrogazione delle sanzioni pecuniarie previste per i rapporti di lavoro dipendente risultati irregolari, nei casi più gravi, ossia nei confronti di 23 esercizi commerciali, agricoli e del turismo, è stata avanzata all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Catania la proposta della sospensione dell’attività imprenditoriale.

Tali segnalazioni sono scaturite dal superamento della soglia del 10% del personale presente al momento dell’accesso sui luoghi di lavoro in assenza delle preventive comunicazioni di instaurazione dei relativi rapporti d’impiego.

Inoltre, è stata riscontrata la presenza di sette lavoratori, di nazionalità extracomunitaria, che sono risultati essere sprovvisti di regolare permesso di soggiorno e, conseguentemente, sono stati sottoposti a fermo per identificazione, mediante operazioni tecniche di fotosegnalamento e prelievo di impronte attraverso rilievi decadattiloscopici.

Dall’esito delle comparazioni dattiloscopiche con le informazioni presenti nelle banche dati in uso al Corpo, è emersa una posizione di clandestinità che ha portato alla segnalazione alla competente Autorità Giudiziaria per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.

Le attività di contrasto agli illeciti di settore testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza a tutela dei diritti dei lavoratori, cui si associa l’azione di tutela della spesa pubblica nazionale, allo scopo di prevenire e  reprimere le fattispecie di indebita percezione, frode e malversazione delle risorse pubbliche destinate al sostegno dell’occupazione e ottenute in danno allo Stato.

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