Airgest, il caso è chiuso

Prima le prescrizioni adesso le assoluzioni

TRAPANI. Airgest e la bufera giudiziaria finita con prescrizioni prima e assoluzioni dopo. Un processo che ieri si è concluso in aderenza a quella che era stata la richiesta, avanzata nell’udienza dello scorso ottobre, dal pm Antonella Trainito. Il Tribunale di Trapani, presidente giudice Franco Messina, ieri ha assolto tutti gli imputati dall’accusa di peculato, riqualificando il reato contestato nel nuovo articolo 314 bis del codice penale e stabilendo che «il fatto non costituisce reato». Si è così chiusa una lunga vicenda giudiziaria, iniziata nel 2018 e che vedeva coinvolti molti degli amministratori succedutesi ai vertici della della società di gestione dell’aeroporto di Trapani, Airgest. Imputati erano con l’attuale presidente Salvatore Ombra anche i precedenti, Salvatore Castiglione e Franco Candido Giudice; i vicepresidenti Paolo Angius e Fabrizio Bignardelli; i direttori generali Giuseppe Russo e Giancarlo Guarrera; e l’amministratore delegato Vittorio Fanti. Per uno degli imputati, Giancarlo Guarrera, l’assoluzione è stata pronunciata «perché il fatto non è stato commesso».

I giudici depositeranno le motivazioni tra 90 giorni. Nel corso dell’udienza precedente, il pm Antonella Trainito aveva evidenziato nel corso della sua requisitoria, l’insussistenza del reato chiedendo l’assoluzione per tutti gli imputati. L’accusa di peculato riguardava la presunta distrazione di circa 18 milioni di euro di tasse addizionali comunali sui diritti di imbarco dei passeggeri. Somme che dovevano essere versate all’INPS per un fondo speciale a sostegno del personale del trasporto aereo, ma che in realtà, secondo l’accusa iniziale, sarebbero state utilizzate per far fronte alle difficoltà finanziarie di Airgest.«Questa vicenda iniziata nel 2018 – dice Ombra – è stata caratterizzata da mesi di attesa, preoccupazione, rabbia e, a tratti, smarrimento. Tuttavia, nonostante tutto, il mio impegno per portare avanti un progetto sempre in volo non è mai venuto meno. L’assoluzione di oggi per me – prosegue esprimendo sollievo – per tutti i soggetti coinvolti e per l’Airgest, mi spinge ad andare avanti e mi fa sentire particolarmente orgoglioso di essere cittadino italiano».Una indagine avviata alcuni anni addietro, dopo un esposto inviato alla magistratura trapanese dal Movimento 5 Stelle, e che si è sorretta nella fase preliminare da una maxi perizia disposta dalla Procura, l’indagine in quella fase era coordinata dal pm Rosanna Penna, che portò alla richiesta di rinvio a giudizio per quattordici indagati, i vertici amministrativi e dei collegi sindacali della società aeroportuale. A marzo scorso la pronuncia di prescrizione di due dei reati contestati ad alcuni degli imputati: falso in bilancio prescritto per gli ex presidenti della spa, Salvatore Castiglione, Franco Giudice, dell’ex amministratore delegato, Vittorio Fanti, degli ex componenti il cda, Paolo Angius, Luciana Giammanco, Gioacchino Lo Presti e dell’ex direttore generale, Giancarlo Guerrera; e ancora prescrizione per il reato di omesso controllo, nei confronti di Letteria Dinaro, Angelo Michele Maggio, Antonino Diliberti, Antonio Lima e Antonino Galfano, tutti componenti nel tempo e in diversi momenti, del collegio dei sindaci. Il reato di falso e quello di omesso controllo toccava i bilanci Airgest 2012/2015, la contestazione investiva sostanzialmente la iscrizione nei documenti contabili delle quote provenienti dal cosiddetto co-marketing (realizzato con un accordo gestito dalla Camera di commercio e sottoscritto con diversi Comuni per “finanziare” sotto forma di compenso per campagna pubblicitaria la compagnia aerea Ryanair). Secondo l’istruttoria, risultato delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, e recepitaa nella fase del rinvio a giudizio, gli amministratori di Airgest avrebbero capitalizzato i costi di co-marketing tra le immobilizzazioni immateriali alla voce “costi di ricerca, sviluppo e pubblicità”, anziché iscriverli nel conto economico, così “concorrendo a determinare il risultato di esercizio per la sola quota del 20 per cento annuo anziché per l’intero”. Ma adesso su questi aspetti il processo si è fermato con l’avvenuta dichiarazione di prescrizione. Il procedimento continuò per la parte riguardante l’accusa di peculato, contestato all’attuale presidente della società di gestione, Salvatore Ombra e ai suoi predecessori, Salvatore Castiglione e Franco Giudice, e, inoltre, anche agli ex vice presidenti Paolo Angius e Fabrizio Bignardelli, all’ex amministratore delegato Vittorio Fanti, e, infine, agli ex direttori generali Giuseppe Russo e Giancarlo Guerrera. Ieri per loro la richiesta di assoluzione.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.