Una giornata di impegno civile e sociale in memoria di Biagio Siciliano e Maria Giuditta Milella

Il 25 novembre 1985, nella centralissima via Libertà, all’ incrocio di piazza Croci, un’alfetta dei Carabinieri di scorta ai giudici Paolo Borsellino e Leonardo Guarnotta, travolge una folla di studenti e studentesse del Liceo Classico Meli di Palermo che si trovava sotto la pensilina, in attesa dell’autobus che li avrebbe riportati a casa. L’incidente causò numerosi feriti e due morti: Biagio Siciliano, di anni 14, frequentante la IV D, che morirà sul colpo e Maria Giuditta Milella, di 17, frequentante la III B, che perderà la vita il 2 dicembre dell’85.

Nel trentanovesimo anniversario da quel tragico incidente il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino, la CNA di Palermo, la Scuola Ferrara e Mari Albanese insegnante e scrittrice, vogliono tenere viva la loro memoria con un contributo di riflessione sul fenomeno del consumo e traffico di droghe a Palermo, questione che impone una grande assunzione di responsabilità a tutte le componenti della società. Facendosi parte attiva a beneficio di tutta la collettività e in particolare nei riguardi delle nuove generazioni.

“Ero il più giovane segretario provinciale d’Italia della CNA nel 1985 – racconta Pippo Glorioso, segretario provinciale della CNA di Palermo – mi commosse la delegazione di studenti del Meli che venne in CNA a chiedere che a mettere una targa commemorativa non fossero le istituzioni ma la CNA. Abbiamo risposto immediatamente all’appello dei ragazzi, l’ho fatto perché Palermo allora era una città violentata dalla mafie e quindi anche violenta, e a piangerne le conseguenze siamo stati tutti. Passato e presente servono a costruire il futuro, per questo la CNA ha deciso di istituire una borsa di studio in memoria di Giuditta e Biagio”.

“Anche quest’anno – dice Vittorio Teresi, presidente del Centro Studi Paolo e Rita Borsellino – il Centro Studi Paolo e Rita Borsellino vuole ricordare Biagio e Giuditta, due ragazzi vittime innocenti del clima avvelenato dalla violenza mafiosa negli anni ottanta. Mantenere viva la memoria di Biagio e Giuditta significa comunicare ai giovani che oggi sono loro coetanei. Che la vita in una città difficile come Palermo impone una speciale presa di coscienza ed una forte determinazione a scelte di campo nette e visibili. Il prossimo 25 Novembre dialogheremo con gli studenti dell’IISS Ferrara di Palermo e del territorio sui problemi della diffusione massiccia e preoccupante delle droghe tra i giovani e degli interessi mafiosi che stanno dietro a tale diffusione”.

“Quella di Biagio e Giuditta fu una tragedia che sconvolse la città intera. – ricorda Mari Albanese – Abbiamo voluto tirare fuori questa triste vicenda dai cassetti dell’oblio coinvolgendo le nuove generazioni. Si tratta della storia di due vittime innocenti della violenza mafiosa. Erano gli anni della lotta antimafia in cui si correva tanto in città: le scorte, il maxiprocesso alle porte, i nostri morti ammazzati dagli squadroni della morte. Come orami da tre anni, non sarà solo una commemorazione, ma una giornata di impegno civile e sociale. Il tema scelto per l’incontro del pomeriggio punta i riflettori sul drammatico rapporto tra mafia e droga, una riflessione che vuole coinvolgere i giovani e le famiglie accanto a chi come Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo su questo tema è in prima linea da sempre”.

“L’Istituto Superiore Ferrara è un presidio di legalità e luce in un territorio “a doppia velocità”, nel cuore della città, – dice Ilaria Virciglio, dirigente scolastica IISS Ferrara di Palermo – scisso tra la sfavillante realtà dell’overtourism e le sacche di degrado collaterali. Incontriamo il territorio per guidare i nostri ragazze e le nostre ragazze a non scegliere strade di morte, ma sempre e comunque la vita”.

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