Il campione imputato di violenza sessuale

Il pluripremiato pesista Nino Pizzolato sotto processo a Trapani

Contro l’azzurro dell’atletica leggera Nino Pizzolato c’è la testimonianza di una giovane donna finlandese. Il racconto di una violenza sessuale fatto ai giudici del Tribunale di Trapani. Ieri una lunga udienza per ricostruire quanto accaduto a Trapani una sera di luglio di due anni addietro. La vacanza per quella donna e due sue amiche, tutte poco più della stessa età, venticinque anni, era cominciato da appena 24 ore. Un altro racconto di violenza subita, finito in mezzo ai tanti che proprio oggi vengono ripercorsi , nella giornata dedicata a combattere le violenze contro le donne, per dimostrare che nel nostro Paese non bastano codici rosso o altro, altre misure repressive, per riuscire a far da deterrente al fenomeno. Come se il patriarcato o la superbia e supremazia dell’uomo sulla donna non possano aver fine. E che siamo all’anno zero o meno ancora ce lo dimostra il processo in corso a Trapani, dove oggi la donna che ha subito una violenza sessuale di gruppo ha puntato l’indice contro chi di mestiere doveva pensare semmai a proteggerla.

Imputato di violenza sessuale è il super pesista della nostra nazionale di atletica, appartenente alle Fiamme Oro, Nino Pizzolato, doppio bronzo a Tokyo e a Parigi, pilastro del sollevamento pesi. Davanti al Tribunale di Trapani, presidente giudice Messina a latere giudici Nodari e Badalucco, è in corso da qualche mese il processo contro Pizzolato, originario del Belice, di Castelvetrano, ed altri tre giovani, tutti agrigentini, Claudio Tutino, Davide Lupo e Stefano Mongiovì. Le tesi delle difese è stata quella che c’era il consenso della donna per quel fuori programma a luci rosse. Ma ieri è venuta fuori una scena di vera e propria, gratuita violenza. Ieri alle domande del pm Antonio D’Antona ha risposto la turista finlandese vittima della violenza e a seguire ci sono state le testimonianze delle altre sue due amiche, che quella sera di luglio, nel dopo cena, in un locale nei pressi della Villa Margherita in centro storico a Trapani, fecero la conoscenza di Pizzolato e degli altri giovani che lo accompagnavano. Da Trapani quelle tre ragazze sono andate via quasi subito, per scappare lontano, hanno detto, dal sole e dal mare che tanto avevano desiderato, dopo quello che era loro accaduto. Oggi sono tornate per testimoniare e ripetere quello che nella immediatezza dei fatti avevano riferito all’autorità giudiziaria. Non il riassunto di quella serata, ma quelle ore dopo la cena scandite minuto per minuto. Dal ristorante alla festa in un locale di quelli alla moda sulla spiaggia di Trapani, la simpatia che Clara (nome di fantasia della vittima) non nasconde per Nino, le tre ragazze che vengono invitate a bere super alcolici, alcolici e cocktail, la musica frenetica. Le libertà di comportamento che quelle tre turiste finlandesi mostrano di possedere, vengono subito scambiate per qualcos’altro dal resto della compagnia, le tre ragazze diventano così delle prede. Due di loro però a fine serata riescono a svincolarsi, se ne tornano nel loro b&b, Clara no, resta con i ragazzi,dice alle amiche di voler continuare la serata con Nino, i due si piacciono reciprocamente. Clara lo segue oltre il cancello di un residence che non è nemmeno lontano da dove hanno trascorso la serata, ma dentro l’appartamento si ritrova anche il resto degli amici di Nino. Da quel momento in poi è stato per lei come piombare in una sorta di incubo. La donna e le sue amiche sono state sentite con l’ausilio di una interprete arrivata apposta da Roma, incaricata dal Tribunale. “Pensavo – ha detto la vittima della violenza – di poter stare con Nino, che gli altri sarebbero andati via, mi sono seduta sul divano e mi sono appisolata, per risvegliarmi con uno di loro addosso, erano in tre a profittare di me, ho pensato a non reagire a subire passivamente spaventata che potesse succedermi qualcosa di brutto, loro ridevano e scherzavano, non capivo quello che dicevano perché non comprendo l’italiano, appena ho potuto mi sono svincolata da loro e mi sono rannicchiata in un angolo del divano, a quel punto forse loro si sono resi conto di quello che avevano fatto, due di loro mi hanno accompagnato in auto dove alloggiavo con le mie amiche”. Un racconto preciso quello della donna che nel processo è costituita parte offesa. Lei è l’unica parte civile costituita, non ci sono ne Comune ne associazioni che dicono di occuparsi di contrasto alle violenze ma che poi spesso restano lontane dalle aule giudiziarie. Per il pluripremiato Pizzolato però il processo in corso non rappresenta l’unica grana della sua carriera. Nella precedente udienza il pm D’Antona ha depositato un provvedimento della procura federale per una sospensione dall’attività agonistica subita da Pizzolato per un’altra vicenda di abusi. Una storia che era finita in archivio dopo la revoca della pronuncia federale, ma che adesso è entrata agli atti di questo processo. Ieri 25 novembre 2024 basta anche solo questa udienza per capire che il mostro da sconfiggere continua a stare in mezzo a noi.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteDaniela Toscano: assemblea ANCI opportunità di confronto
Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.