Palermo, il boss Mandalà ha presentato il suo libro in una sala del Comune

PALERMO. Condannato in via definitiva per mafia, considerato agli inizi degli anni duemila il capo indiscusso del mandamento di Villabate a Palermo, Antonino Mandalà è stato uno dei boss più vicini a Bernardo Provenzano e all’ala affaristica dei Corleonesi. Ora si professa scrittore, all’inizio dell’estate ha pubblicato “Marika-Anime antiche e il loro destino”, un libro, a suo dire, a metà fra il romanzo e la denuncia delle condizioni carcerarie in Sicilia. Il 21 giugno l’ha presentato alla Real Fonderia Oretea del Comune di Palermo. All’evento ha partecipato anche Pino Apprendi, il garante comunale per i detenuti. A chiedere la sala per la presentazione del libro è stata la consigliera comunale Giovanna Rappa, eletta con la democrazia cristiana di Totò Cuffaro.
«Chiedo al sindaco di Palermo Roberto Lagalla di prendere immediatamente le distanze da quanto successo e di chiarire i motivi per cui è stata concessa una sala comunale ad un mafioso che non si è mai pentito» sottolinea il deputato regionale Ismaele La Vardera. Antonino Mandalà ha un figlio, Nicola, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Salvatore Geraci. Da quando è uscito di prigione ha deciso di lanciare la sua sfida al carcere duro, al 41 bis. Non con le maldestre armi dei boss violenti, non con appelli dai toni minacciosi. Lo ha fatto aprendo un blog in cui cita Cesare Beccaria, Montesquieu, Locke e in cui ha lanciato un appello a liberarsi “dell’inferno di una condizione intollerabile quale è quella del 41 bis reiterato ininterrottamente per decenni”.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteAll’Ismett di Palermo 7 trapianti in 24 ore, record in Sicilia
Articolo successivoPrima neve sulle Madonie e a Piano Battaglia