Trasferiti i superstiti, con il traghetto andranno come prima tappa a Porto Empedocle. Con il passare delle ore diventano sempre più chiare le ricostruzioni di quanto accaduto al barchino arrivato ieri a Lampedusa con sette migranti a bordo che hanno parlato di circa 20 dispersi che sarebbero caduti in mare, secondo successive ricostruzioni, a circa 20 miglia dalle coste libiche, quindi in area Sar libica o maltese.
I 6 migranti adulti – 2 siriani, 2 sudanesi e 2 egiziani – a bordo del natante hanno ricostruito, in maniera concorde, tutti i dettagli della loro traversata.
Il barchino era salpato, da Zuwara in Libia, alle 22 di lunedì, è giunto fino a Lampedusa con i 7 migranti superstiti al naufragio – fra cui il bimbo siriano di 8 anni – ed è stato agganciato, sotto costa, dalla motovedetta della guardia di finanza.
Dopo che il barchino di vetroresina di 6 metri è salpato, alle 2 circa ha iniziato a imbarcare acqua. Fra le 2,30 e le 3, l’agitazione delle 27 persone a bordo è diventata panico. “Non si è capito più niente, eravamo tutti terrorizzati. La barca si è inclinata e molti sono caduti in acqua”, hanno ricostruito i migranti. Venti le persone, fra cui 5 donne e 3 minori, finite in mare. La barca non si è quindi capovolta, né si è inabissata. Entrambi i centri di coordinamento dei due Paesi, acquisite le ricostruzioni, sono stati subito informati. L’Italia, impegnata su altre segnalazioni, non sta più quindi effettuando ricerche. Ieri, anche con aereo, è stata pattugliata l’area, ma l’esito è stato negativo. “Ci siamo allontanati velocemente perché c’era un fortissimo vento e una forte corrente del mare”, hanno aggiunto i 6 migranti che, adesso, assieme al bimbo di 8 anni, sono già sul traghetto di linea che giungerà in serata a Porto Empedocle.