ALCAMO. Ieri San Sebastiano Martire, il Santo Protettore delle Polizie Locali, è stata presentata alla stampa e all’amministrazione la Relazione sulle attività di Polizia Locale e Protezione Civile dell’anno 2024, curata dal Comandante Ignazio Bacile.
“Anche per il 2024 – dichiara il Sindaco Domenico Surdi – i risultati delle attività sono il frutto di una programmazione attenta e condivisa che rendono Alcamo un modello da seguire: il nostro obiettivo resta quello di fare sempre meglio, tenendo conto delle esigenze della comunità che richiede un controllo del territorio sempre più vigile. Continua il Sindaco “l’obiettivo è quello di mettere in atto i principi di un’amministrazione condivisa coinvolgendo, come già si sta facendo, anche le associazioni del terzo settore e le scuole, attraverso attività formative. Infine, un ringraziamento a tutto il personale della Polizia che, giornalmente, interviene in prima persona per la sicurezza urbana, per il mantenimento dell’ordine in nome della legalità e del rispetto delle regole”.
Come da tradizione, quindi, la celebrazione di San Sebastiano è un momento di riflessione e riconoscimento per il lavoro svolto dalla Polizia Locale, incentrato sui valori di professionalità, servizio e vicinanza alla comunità.
NOTIZIE STORICHE SU SAN SEBASTIANO
Sebastiano venne educato nella fede cristiana a Milano. Arruolato nell’esercito di Diocleziano intorno al 283, divenne capo della prima coorte della guardia imperiale di Roma. Allo scoppio della persecuzione di Diocleziano, sfruttando la sua posizione a corte, aiutò molti cristiani rinchiusi in carcere, e per questo fu condannato a morte dall’imperatore. Venne sepolto sulla via Appia, nelle catacombe che più tardi prenderanno il suo nome.
A queste notizie storiche (Sant’Ambrogio) se ne aggiungono altre (Arnobio il Giovane): la condanna a morte del soldato romano venne eseguita su ordine di Diocleziano da un gruppo di arcieri in campagna: legato a un albero e trafitto da frecce, fu lasciato in pasto agli animali selvatici. La matrona romana Irene, andata a raccoglierne il corpo, trovò Sebastiano ancora vivo e lo curò. Recuperata la salute, andò al palazzo imperiale a rimproverare Diocleziano perché agiva contro i cristiani, stupito nel rivederselo davanti, l’imperatore questa volta lo fece fustigare a morte e gettare nella cloaca della città. Lucina, un’altra matrona, ne recuperò il corpo e gli diede sepoltura cristiana, presso la tomba dei Santi Pietro e Paolo.
San Sebastiano è considerato patrono degli arcieri e degli archibugieri, dei tappezzieri, dei fabbricanti di aghi e di quanti abbiano a che fare con oggetti a punta simili alle frecce; ed è pure invocato nelle epidemie, specie di peste, così diffuse in Europa in passato.