“I 100 chilometri tra Trapani e Palermo” è il tema dell’incontro dibattito che con inizio alle ore 17:00 di lunedì 30 marzo prossimo, vedrà impegnati esponenti del mondo della magistratura, dell’informazione e dell’impegno sociale contro le mafie.
Organizzato nell’ambito delle iniziative allestite dal Comune di Erice e da Libera, “Non ti scordar di me”, nel trentennale della strage mafiosa di Pizzolungo del 2 aprile 1985, l’incontro dibattito viene promosso assieme all’associazione Trapani per il futuro.
Interverranno i magistrati, Paolo Guido e Andrea Tarondo, sostituti procuratori della Repubblica rispettivamente a Palermo e a Trapani, Santo Della Volpe, presidente della Federazione Nazionale della Stampa (sindacato dei giornalisti), Umberto Di Maggio, coordinatore regionale di Libera in Sicilia.
Modererà l’incontro il giornalista e scrittore Francesco La Licata. Prendendo spunto dai “cento passi” di Peppino Impastato, l’incontro vuole mettere a confronto le esperienze di questi 30 anni tra Trapani e Palermo sotto i punti di vista delle indagini, dell’informazione e dell’impegno della società civile.
“Ci sono stati certamente punti di contatto, ma è evidente che spesso non è stata identica la reazione dinanzi ai crimini mafiosi, ai fatti di sangue e alle infiltrazioni nel tessuto sociale economico ed imprenditoriale. E così spesso la distanza tra Trapani e Palermo si è quasi estesa ancora di più, talvolta tanto da apparire abissale” si legge nel comunicato del coordinamento provinciale di Libera Trapani.
“La magistratura in più occasioni con le indagini dirette dalla Procura antimafia di Palermo e dalla Procura di Trapani, ha mostrato evidenti punti di contatto, uno per tutti il tritolo usato per la strage di Pizzolungo, risultato non solo identico a quello utilizzato nel 1984 per l’attentato al treno rapido 904, ma identico anche a quello impiegato nel 1989 nel fallito attentato all’Addaura al giudice Giovanni Falcone, ma è anche accaduto che il sostegno della società civile all’azione giudiziaria a Trapani ha avuto tempi di reazione oltremodo lenti e diversi rispetto a quelli palermitani. E sul piatto della bilancia c’è anche da mettere il ruolo dell’informazione.”