Abitazioni e studio dell’ex parlamentare sono stati “visitati” da agenti della pg della Procura di Trapani. Si tratterebbe di un nuovo capitolo dell’affare Aimeri-politica
L’ordine di perquisizione è stato disposto dalla Procura di Trapani, ed è stato eseguito nei giorni scorsi. L’ex senatore del Pd Nino Papania sembra essere oggetto di una nuova indagine a proposito, pare, dei rapporti che sarebbero di natura illecita tra i vertici dell’Ato rifiuti di Trapani e della società Aimeri (che svolge il servizio di raccolta e smlatimento dei rifiuti) con la politica e in questo caso con l’ex parlamentare alcamese.
Avvisaglia di questa nuova indagine c’era stata in occasione dell’ultima udienza del processo per voto di scambio in corso dinanzi al giudice monocratico, dove sono imputati con Papania altre sei persone: il suo stretto collaboratore Massimiliano Ciccia, il consigliere comunale Antonio Nicolosi, l’operaio Giuseppe Bambina, l’agricoltore Filippo Renda, il geometra Giuseppe Galbo e il pensionato Giuseppe Milana.
Il pm Rosanna Penna aveva chiesto il deposito di nuovi atti, tra questi due verbali di sommarie informazione, senza nascondere che erano stati iscritti all’interno di un nuovo fascicolo d’indagine. Il giudice però accogliendo l’opposizione degli avvocati ha respinto la richiesta e analoga decisione ha preso per l’ingresso, sempre su richiesta del pm, di atti inerenti il troncone palermitano dell’indagine sulle coperture che sarebbero state garantite all’Aimeri che con l’appoggio politico avrebbe evitato addebiti per gestione erronea del servizio. In cambio l’Aimeri avrebbe dovuto garantire assunzioni chieste dai vertici dell’Ato quanto dalla politica.
Il relativo processo contro i vertici dell’Aimeri e gli ex vertici dell’Ato sarà celebrato davanti al Tribunale di Marsala. Un troncone di indagini che è però monco. Tra gli indagati c’è infatti anche il senatore Papania. La magistratura e il giudice delle indagini preliminari non hanno potuto procedere in assenza di una autorizzazione a procedere, all’uso di intercettazioni telefoniche, riguardanti proprio l’ex parlamentare.
Il voto d’aula del Senato è previsto per il 28 maggio. Indispensabile il voto di Palazzo Madama perchè le intercettazioni telefoniche risalgono a quando Papania sedeva tra i senatori. La Giunta per le autorizzazioni ha già votato per due volte l’autorizzazione. Una prima volta accogliendo quasi per intero la richiesta del gip del Tribunale di Palermo, ma Palazzo Madama decise di rinviare alla Giunta il fascicolo. Una seconda volta l’autorizzazione è stata concessa ma in maniera molto più ristretta rispetto alla prima. Se Palazzo Madama darà il suo assenso, gli atti arriveranno al gip, ma pare che il contenuto “autorizzato” sia insufficiente a fare proseguire il procedimento palermitano almeno neio confronti dell’ex parlamentare.