Sotto controllo la costruzione di un nuovo padiglione. Lavori per 1 milione di euro. L’impresa Devi Impianti è anche citata nel rapporto di indagine della Procura di Roma sui presunti appalti pilotati all’interno del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria
L’appalto per la costruzione di un nuovo padiglione del carcere di Trapani, opera pubblica per 1 milione di euro, è uno di quelli finito sotto la lente d’ingrandimento della procura di Roma, a proposito di presunti appalti pilotati ad opera del dipartimento dell’amministrazione carceraria che si occupa dell’aspetto dell’edilizia delle strutture penitenziarie.
In questa indagine coordinata dai pm Ielo e Palazzi indagato è il prefetto Angelo Sinesio, figura molto discussa, ex braccio destro del ministro dell’Interno Cancellieri, il cui nome figura all’interno del processo al funzionario Sisde Bruno Contrada. Sinesio avrebbe dato la “soffiata” dell’imminente arresto di Bruno Contrada, cosa risalente al 24 dicembre del 1992. Sinesio adesso è a capo adesso del dipartimento del Dap che si occupa degli aspetti edilizi delle carceri italiane. Nel giugno scorso tra le imprese che furono oggetto di perquisizione nell’ambito di questa indagine romana, ci fu la Devi Impianti di Busto Arsizio che ha vinto l’appalto di 1 milione di euro per la costruzione di un nuovo padiglione, 200 posti, all’interno del carcere di Trapani. Nei giorni scorsi investigatori della Dia di Trapani hanno eseguito un controllo all’interno di questo cantiere. Nulla a che vedere però con l’indagine della Procura di Roma. L’accesso rientra nelle disposizioni date alle forze dell’ordine dal prefetto Leopoldo Falco per il monitoraggio continuo dei lavori pubblici, ad evitare infiltrazioni di carattere mafioso.
Il controllo della DIA è stato effettuato in sinergia con il “Gruppo Interforze” – istituito presso la Prefettura – composto, oltre che da un funzionario della DIA, da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Direzione Provinciale del Lavoro e Provveditorato delle opere pubbliche. L’accesso al cantiere, a cui ha partecipato anche personale dell’Azienda Sanitaria Provinciale, per i profili in materia di sicurezza sul lavoro, effettuato in maniera tale da non ostacolare la normale attività lavorativa, ha permesso il controllo di 5 imprese (oltre all’impresa che ha vinto l’appalto, quelle satelliti per l’esecuzione dell’opera), 18 persone e 9 mezzi. Adesso l’’assetto societario delle imprese impegnate nei cantieri, i rapporti contrattuali in essere, le relative maestranze identificate ed i mezzi d’opera individuati, saranno sottoposti ad approfonditi accertamenti e riscontri, al fine di rilevare eventuali condizionamenti da parte della criminalità organizzata. L’indagine romana riguarda una serie di appalti per lavori nelle carceri assegnati dal Dap a ditte, sempre le stesse, di familiari di funzionari del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Lavori solo per “chi era amico di”. A denunciare le anomalie è stato l’attuale assessore della Giunta di Roma, Alfonso Sabella, magistrato ed ex direttore generale della Direzione mezzi e servizi del Dap. Le prime perquisizioni che risalgono al giugno scorso hanno riguardato la “Me.ta Costruzioni di Caserta” e la Devi Impianti di Busto Arsizio. Il prefetto Sinesio è indagato per falso, abuso d’ufficio e diffamazione assieme a tre funzionari del Dap e tre amministratori di società edili.