ALCAMO – I Carabinieri del nucleo operativo di Alcamo hanno messo a segno un importante colpo contro la criminalità locale.
Due i soggetti finiti in manette con l’accusa di sottomettere, mediante pressanti intimidazioni, i titolari di due imprese la ROVIL s.r.l. e la ICOMIT s.r.l., rispettivamente con sede a Roma ed a Catania. Le due ditte sono aggiudicatarie di altrettanti lavori pubblici e privati dell’importo di svariati milioni di euro nel comune di Custonaci per la realizzazione della rete gas metano per conto dell’Italgas S.P.A. (autofinanziato) e per il rifacimento della villa comunale (fondi regionali e comunali).
Si tratta di Barone Antonino, classe 1947, e Poma Lorenzo, classe 1959.
Le indagini, svolte mediante l’ausilio di intercettazioni telefoniche, ambientali e videoriprese hanno preso il via già nel mese di novembre 2014 quando venne collocata una bottiglia contenente del liquido infiammabile ed un accendino su di un mezzo della ROVIL a cui poi seguì l’inoltro di una lettera minatoria nel mese di dicembre nella quale si faceva cenno al predetto atto intimidatorio ed infine una telefonata giunta presso gli uffici della suindicata ditta nel mese di Gennaio, con la quale si minacciava di far saltare tutti in mezzi in aria facendo riferimento alle prime due intimidazioni. Una vera e propria escalation di atti intimidatori, tutti volti al perseguimento di finalità estorsive, ovvero far assumere quale autista di mezzi il figlio di uno dei due autori delle citate condotte.
Mentre da un lato venivano effettuate costanti pressioni per richiedere l’assunzione di personale, presentandosi numerose volte personalmente presso gli uffici o il cantiere per parlare con i responsabili, tuttavia ottenendo sempre risposte negative, parallelamente venivano portate avanti azioni intimidatorie sempre più allarmanti.
Nel mese di maggio l’attenzione dei due malviventi si è spostata su un altro cantiere operante da pochi mesi in zona, quello relativo al rifacimento della villa comunale, lavori appaltati dalla ditta ICOMIT s.r.l. di Catania, ed anche in questo caso l’azione dei due si è sviluppava con lo stesso modus operandi ma in questa circostanza, per dare maggiore enfasi all’atto intimidatorio ed ottenere un impatto ancora più forte e deciso sui destinatari rispetto a quello ottenuto con la collocazione della bottiglia su di un mezzo della ROVIL, i due hanno deciso di collocare un bidone di grosse dimensioni “altro che una bottiglia” con su attaccata una miccia ed un accendino, come in effetti veniva poi riscontrato dagli inquirenti.
A questo primo eclatante atto intimidatorio, come di consueto, a distanza di un mese circa è seguito il passo successivo ovvero l’inoltro di una lettera minatoria direttamente presso gli uffici della sede di Catania, volto a rivendicare l’atto avvenuto a Custonaci.
Le investigazioni, dirette dal Sostituto Procuratore della Repubblica dott. Franco Belvisi e coordinate dal Procuratore Capo della Repubblica di Trapani dott. Marcello Viola, sono state condotte dagli uomini del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Alcamo.
Alle prime luci dell’alba è scattato il blitz dei Carabinieri della Compagnia di Alcamo che ha portato all’arresto dei già pregiudicati Poma Lorenzo classe 1959 di Custonaci ma domiciliato ad Alcamo e Barone Antonino classe 1947 di Custonaci, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dal Pubblico Ministero dott. Franco Belvisi e disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Trapani, dott. Antonio Cavasino, che ha pienamente condiviso le risultanze investigative emerse.
La complessa ed articolata attività investigativa ha permesso di far piena luce e di ricostruire uno spaccato sociale caratterizzato da arroganza e prevaricazione, nell’ambito del quale è emerso il progetto criminoso posto in essere dai due soggetti sopra detti, ovvero quello di avvalersi della forza di intimidazione derivante dall’utilizzo di modalità “mafiose”, per poter influenzare la gestione delle assunzioni presso le citate aziende.
I reati contestati ai due sono di duplice tentata estorsione continuata, per avere, in concorso tra di loro, posto in essere, mediante violenza e minaccia, atti idonei univocamente diretti a procurare a se stessi un ingiusto profitto con altrui danno ed in particolare al fine di coartare le libere scelte degli imprenditori in parola, non riuscendo nell’intento criminoso per cause indipendenti dalla loro volontà.
Con gli odierni arresti viene posta la parola fine ad un’allarmante vicenda che ha destato non poche preoccupazioni nella comunità del piccolo centro del trapanese. Viene anche dato un importante e rassicurante segnale nei confronti degli imprenditori che operano o che intendono operare in questo territorio, quello raggiunto sul piano della repressione di una “piaga” dolente di questa realtà, il fenomeno delle estorsioni, grazie agli sforzi profusi dalla Magistratura e dai Carabinieri della Provincia di Trapani.