PALERMO. Sono arrivate nette le condanne per gli arrestati durante l’operazione antimafia denominata “Crimiso” che nel giugno del 2012 portò all’arresto di dodici persone.
Ieri, 29 giugno, la Corte di appello di Palermo, sezione I penale presieduta dal Dott. Gianfranco Garofalo ha condannato gli imputati riformulando le pene inflitte nella sentenza di primo grado lo scorso 20 dicembre 2013. Per Sanfilippo Giuseppe la Corte ha rideterminato la pena in 3 anni e 6 mesi di reclusione ed euro 600,00 di multa, per Antonino Bonura 10 anni e 5 mesi di reclusione, Sottile Michele 8 anni e 10 mesi di reclusione, Campo Vincenzo condannato a 7 anni e 8 mesi, Pidone Nicolò 6 anni e 2 mesi ed euro 1600,00 di multa, Mercadante Salvatore 3 anni, 6 mesi e 20 giorni, Bosco Vincenzo 3 anni e 4 mesi di reclusione ed euro 728,00 di multa, pena confermata a 6 anni di reclusione per Sebastiano Bussa e Rosario Tommaso Leo.
La Corte di Palermo ha eliminato nei confronti di Sanfilippo Giuseppe la sanzione accessoria dell’interdizione legale, ha inoltre sostituito l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con l’interdizione per 5 anni. Ha condannato inoltre Sanfilippo Giuseppe al pagamento delle spese processuali delle parti civili Buscemi Salvatore e D’Angelo Gaspare liquidate in 1400,00 ciascuno.
Inoltre tutti gli imputati sono stati condannati al pagamento delle spese processuali sostenute dalle parti civili costituite. Liquidate per F.A.I Associazione Antiracket e Antiusura, Associazione Libero Futuro, Associazione Antiracket e Antiusura di Castellammare del Golfo, Associazione Castello Libero Onlus di Castellammare del Golfo, Confindustria Trapani, Centro studi Pio La Torre, Comitato “Addio Pizzo”, Comune di Alcamo, in comprensivi 1400,00 oltre IVA e CPA per ciascuna, 1680,00 per il Comune di Castellammare del Golfo e per l’Associazione Antiracket e Antiusura Alcamese e in complessivi euro 1680,00 in favore delle parti civili l’Associazione Antiracket e Antiusura di Marsala onlus, Associazione Antiracket “io non pago il pizzo e tu?” onlus.
L’operazione antimafia denominata “Crimiso” ha permesso agli inquirenti di delineare il quadro generale della “nuova” e della “vecchia” mafia del mandamento di Alcamo, composto storicamente dalle famiglie di Alcamo, Castellammare del Golfo e Calatafimi. Una mafia vecchia perché alcuni dei condannati sono volti noti della locale famiglia mafiosa, nuova perché ci sono anche alcuni nuovi personaggi. Quello rimasto immutato è il modus operandi: estorsioni e intimidazioni ai danni dei commercianti nell’interesse della locale famiglia mafiosa.
I fatti riguardano una serie di estorsioni ai danni di alcuni imprenditori e ristoratori di Castellammare del Golfo, nello specifico al ristorante Egesta Mare, al bar Vogue, al bar La Sorgente e agli imprenditori Salvatore Buscemi, Giuseppe Blunda e ai fratelli Luigi e Giacomo Impastato di Montelepre caduti nella morsa delle estorsioni.
Fissato in 90 giorni il termine per il deposito della motivazione.