Arrestato l’alcamese Alberto Galofaro per usura e tentata estorsione

Arresto PoliziaALCAMO. E’ stato tratto in arresto, nella serata di ieri, dagli agenti del Commissariato di Polizia di Alcamo, l’imprenditore alcamese Alberto Galofaro, classe 1966’, su esecuzione dell’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo. L’uomo dovrà così scontare dieci anni, due mesi e ventotto giorni di reclusione.

 Le indagini

Le indagini sono state condotte grazie ad una laboriosa attività d’indagine eseguita dagli agenti di Polizia di Alcamo e Castellammare del Golfo, coadiuvati dalla locale Compagnia dei Carabinieri. Una certosina attività che consentiva di acquisire elementi probatori ed indizi avallati nel primo provvedimento restrittivo cautelare emesso dal G.I.P. di Trapani nell’aprile del 2005. Le indagini all’epoca dei fatti furono avviate parallelamente dalla polizia e dai carabinieri le quali malgrado trattassero diverse ipotesi delittuose, confluivano nelle medesime risultanze investigative configurando gli iscritti reati di usura aggravata, estorsione e illecito esercizio di attività finanziarie a carico del Galofaro.

L’attività di indagine condotta dalla Polizia di Stato traeva spunto dal danneggiamento dell’abitazione di proprietà di un artigiano verificatosi in Castellammare del Golfo nel dicembre del 2013, inizialmente finalizzata proprio all’identificazione degli autori dell’atto intimidatorio consumato. Grazie ad alcuni servizi di intercettazione si è riusciti ad individuare la natura ritorsiva del gesto per non aver pagato per tempo. A seguito della complessa attività d’indagine, nella quale si evidenziavano numerosi servizi di intercettazione, venivano raccolte una serie di indicazioni che consentivano di tracciare i contorni di un preoccupante e drammatico scenario. Le vittime, unitamente ad altri soggetti veniva osservata nel proprio vissuto quotidiano, caratterizzato dal disagio comune scaturente dall’essere soggiogato dall’odierno arrestato il quale, senza scrupoli, approfittando delle loro difficoltà economiche, non esitava a rendere loro disponibili alcuni prestiti di denaro, ovviamente dietro il compenso di elevatissimi interessi usurari.

L’attività di indagine intrapresa ha permesso di raccogliere molteplici e gravi elementi indiziari a carico del Alberto Galofaro, dimorante nel comune di Alcamo, e di documentare il programma criminoso dallo stesso ideato secondo un machiavellico meccanismo, al precipuo scopo di eludere facilmente qualsiasi situazione a lui pregiudizievole. Il Galofaro si presentava alle sue vittime quale operatore nel settore dell’intermediazione del credito, posizione supportata dall’esistenza di una società finanziaria a lui facente capo denominata Istituto Finanziario Europeo S.r.l. con sede in Trapani.

Galofaro già nel 1996, tra l’altro, era destinatario di provvedimento cautelare poiché indagato per i reati di usura, detenzione di armi ed estorsione aggravata con il quale, successivamente gli veniva imposto il divieto di dimora in Alcamo.

Grazie al materiale raccolto e malgrado il rilevante livello organizzativo raggiunto dal Galofaro con il quale, con molta accortezza, imponeva alle sue vittime un sistema particolare di pagamento degli interessi, evidenziando ancor di più una particolare attenzione ed abilità nella predisposizione di idonee contromisure finalizzate ad eludere eventuali accertamenti nei suoi confronti, gli investigatori riuscivano ad evidenziare il procedimento di calcolo utilizzato dall’odierno indagato, il quale non si faceva scrupoli, malgrado il palesato stato di bisogno delle vittime, a richiedere gli interessi applicando un tasso d’interesse ben superiore a quello previsto dall’attuale normativa che in determinati passaggi raggiungeva picchi del 190%. Durante l’esecuzione del primo provvedimento custodiale, nel corso della perquisizione operata nei suoi confronti venivano rinvenuti numerosi titoli di credito ed pezzi di carta dove l’usuraio riportava i suoi calcoli per la determinazione delle spese da far pagare alle sue vittime.

Siffatta attività veniva estesa all’abitazione del predetto; nella circostanza si sequestrava ulteriore materiale a sostegno dell’attività investigativa espletata (oltre 1.000 reperti tra titoli di credito ed effetti cambiari), nonché una pistola illegalmente detenuta.

Il processo

Il processo in primo grado ha visto condannare Galofaro alla pena detentiva di anni 16; le risultanze delle indagini hanno contribuito tra l’altro nel procedere al sequestro del patrimonio dell’usuraio – autovetture, natanti ed immobili. La pena è stata poi ridotta in secondo grado a dieci anni, due mesi e ventotto giorni. Condanna che non è stata applicata in quanto lo stesso aveva richiesto il ricorso alla Corte di Cassazione.

Nella tarda serata di ieri la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dal condannato che veniva immediatamente girato alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo per l’immediata esecuzione.

L’arresto

Dopo due giorni di pedinamento ed osservazione, effettuati al fine di escludere un probabile allontanamento, il Galofaro è stato rintracciato presso la sua dimora estiva di Alcamo Marina e successivamente arrestato. Adesso l’uomo si trova presso il carcere di San Giuliano a Trapani.

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