Ieri sera nella Cattedrale di Mazara del Vallo il Vescovo monsignor Domenico Mogavero ha presentato il nuovo Piano pastorale 2015-2016. Comunicazione, bellezza e centralità dell’uomo.
Il Vescovo sicuramente ispirato, anche, dal Pontificato di Papa Francesco, ha parlato della “sfida ineludibile di abitare il villaggio digitale”, perché “serve mettere tali importanti risorse a servizio della comunicazione del Vangelo su tutte le piazze del villaggio globale”.
Concetto che richiama ad una Chiesa che si rinnova, ma principalmente di una Chiesa che guarda alla società e a tutte le sue sfaccettature per divulgare meglio la parola di Gesù e la cultura che ne consegue praticamente. Lo dice bene il Vescovo: “il digitale è diventato il nostro humus”.
Ma non sono solo slogan infatti da questo deriva “il doppio volto della bellezza, della partecipazione e dell’orizzontalità (i social media luoghi ugualmente accessibili a tutti senza distinzioni), a cui si aggiunge la bellezza della testimonianza digitale”, ecco “perché la Chiesa in rete – scrive il Vescovo – è chiamata non solo a una emittenza di contenuti, ma anche a una testimonianza in una trama di relazioni ampie. L’obiettivo da avere chiaro è che la rete da luogo di connessione è chiamata a diventare luogo di comunione”. Infine e non per ultima la centralità dell’uomo: “La rete può contribuire a sviluppare un umanesimo capace di ampliare e di rinsaldare le relazioni sociali, attento, nello stesso tempo, a custodire la dimensione trascendente della persona”. Il Vescovo, naturalmente, non può tacere sul ruolo essenziale della famiglia e spiega che “c’è bisogno di grandi famiglie nelle quali le famiglie nucleari possano trovare una coesione intergenerazionale, valorizzando la competenza umana e di esperienza delle nonne e dei nonni”. E poi la via dell’arte: «Occorrerà dare spazio alla poesia, musica, arti figurative in tutte le parrocchie, perché la via dell’arte agevola la comprensione della trasfigurazione della vita nello spirito delle Beatitudini”.
Il Vescovo nel Piano pastorale cita pure la vita dell’etica e la via della testimonianza, che richiama la prima delle cinque vie verso l’umanità nuova sulle quali si articolerà il Convegno ecclesiale di Firenze (“uscire” è il verbo che la tematizza).