L’UDC di Trapani intervenendo sulla sfiducia al Sindaco di Trapani, Damiano, ha espresso la propria posizione, che è di appoggio alla sfiducia, nello specifico: “per sgombrare il campo da ogni indesiderato equivoco, l’UDC, qualora fosse stata rappresentata a Palazzo Cavarretta, neppure la minima remora avrebbe avuto nello scegliere di aggiungere la propria firma in calce alla mozione di sfiducia e, conseguentemente, ad annunciare con franchezza, apertis verbis, com’è sempre stata una nostra abitudine (ma a quanto pare adesso alquanto desueta presso le altre forze politiche), il voto a sostegno dell’atto di cui sentiamo di condividere i contenuti abilmente ricondotti sotto un profilo meramente amministrativo”.
I un comunicato l’UDC tiene a precisare anche le ragioni che lo avrebbero portato alla sfiducia: “Gli riconosciamo, certo, come scusanti la manifesta inesperienza politica, la difficoltà riscontata ancor oggi ad operare in efficiente sintonia con l’apparato burocratico, la continua contrazione dei trasferimenti finanziari dello Stato e della Regione e la crescente difficoltà ad equilibrare con severe manovre finanziarie un bilancio sempre più rigido ed ingessato. Nient’ altro, però. Ingiustificabile ai nostri occhi appare infatti l’incapacità di dialogo costruttivo con il Consiglio comunale e di confronto con le forze sociali e produttive della città, ma ancor di più la pervicacia degna di miglior causa con la quale, chiuso a Palazzo d’Alì, si è tenuto distante dalla città e dai trapanesi, mostrando quasi con soddisfazione un regale distacco dagli innumerevoli bisogni e dalle esigenze che quotidianamente tante povere persone vengono a rappresentare al primo cittadino.
Non possono bastare le troppo facili e generiche accuse di cui si fa scudo che, nel dilagante odierno clima di antipolitica, egli solitario ed inascoltato si spinge a rivolgere di continuo a quasi tutto l’universo mondo che a suo dire, lo osteggia e gli sarebbe avverso (senza neanche spiegarne bene il motivo, tra l’altro) né a maggior ragione può valere a deresponsabilizzarsi marcare comodamente oggi la distanza dai partiti che lo hanno chiamato prima e lo hanno sostenuto dopo nell’amministrazione della città.
Bene avrebbe fatto, allora, secondo noi, il sindaco Damiano, a dimettersi per tempo, quando, al di là del rincorrersi dei comunicati delle segreterie e degli aspri scontri, anche personali, con i consiglieri comunali, ha potuto percepire che i trapanesi, anche quelli che lo hanno votato, non lo consideravano più il loro sindaco.
E’ per tutti questi motivi che, in conclusione, desideriamo rivolgerci direttamente al Sindaco esortandolo a considerare se non sia meglio per il bene della Città evitare di trascinare stancamente solo per ostinato orgoglio questa sindacatura che ha ormai perduto l’originaria ragion d’essere e si avvia comunque ad esaurirsi. Eviti di dovere costringere il consiglio e la città a dividersi quando invece, mai come ora, occorrerebbe il massimo di unione e condivisione di fronte alle emergenze che come si è visto non è stato in grado di affrontare. Dimostri, se può e vuole, il senso di responsabilità che lo contraddistingue ed agevoli un processo di ricostruzione dal basso del necessario consenso popolare che deve sempre sostenere e supportare l’azione di un sindaco.
Valuti, se ritiene, anche la possibilità di seguire l’esempio del sindaco di Roma e liberi i consiglieri dal pesante onere di dovere giustificare al proprio elettorato il proprio voto, in un senso o nell’altro, ad una per noi tardiva sfiducia che, per i modi in cui è maturata in seno all’organo consiliare, appare più una vera e propria ordalìa.
Torni dunque il dott. Vito Damiano ad essere quello che era prima di questa avventura politica ed amministrativa in cui è stato trascinato, un valoroso generale dell’Arma dei Carabinieri in pensione che forse da quel ruolo meglio e più avrebbe potuto dare alla città di Trapani”.