Difficile davvero non rimanere impigliati nella storia di Lenù e Lila che per circa 60 anni di vita e di storia d’Italia intrecciano rapporti, li diradano, si avvicinano e si allontanano come succede in molte amicizie. Una miriade di personaggi minori, e con loro un’infinità di categorie di persone che hanno fatto la storia degli ultimi anni, a cui è difficile non affezionarsi quanto alle due protagoniste indiscusse dei libri. Usciti tra il 2011 e il 2014 sono nell’ordine “L’amica geniale”, “Storia del nuovo cognome”, “Storia di chi fugge e di chi resta” e “Storia della bambina perduta”, la sensazione leggendoli è che siano un unica cosa, parti di un’unica vita.
Due amiche, ma anche una città come Napoli, un rione particolare e la voglia di riscattarsi partendo, per l’ una, o, per l’altra, di riscattare solo le origini provando a starci dentro il posto in cui è nata. Sintetizzare in poche battutte le oltre mille pagine che Elena Ferrante ha diviso in quattro libri è davvero complesso e riduttivo. Si parte dagli anni quaranta del Novecento fino a giungere ai giorni nostri senza quasi staccare gli occhi dai 4 libri, si ripercorrono boom economico, stragi rosse, stragi nere, la malavita sommersa e quella dei colletti bianchi senza dimenticare Mani Pulite e la seconda repubblica.
Lila e Lenù, Lenù e Lila sembrano facce di una stessa medaglia, quasi mai d’accordo ma quasi sempre insieme, in contatto. Il bianco e il nero e il bene e il male dove la fusione rende impossibile distinguere nettamente il giusto e lo sbagliato, perchè niente può essere mai netto ma solo il punto di vista dell’una o dell’altra.
Ciò che rimane fuori di ogni dubbio è che a questo punto la famigerata autrice di questi libri, Elena Ferrante, la cui identità non è nota, sia una donna, perchè solo così si spiegherebbe lo svisceramento di tanti aspetti intimi e personali che vanno dalla sessualità, alla maternità al modo di concepire l’amicizia che pare quello tipico dell’universo femminile.