Come si dice solitamente, a Trapani è tutto a posto

trapani mulini

Il sindaco Damiano ha raggiunto la quadratura del cerchio ed ha completato il rimpasto di Giunta con la nomina di tre nuovi assessori, Briale, Cavarretta e Spina

Il sindaco di Trapani Vito Damiano ha pagato le cambiali, politiche, che lo hanno salvato dal voto di sfiducia. Ha nominato due assessori prendendoli dal Consiglio comunale e da quel gruppo di 10 consiglieri che hanno votato no alla sfiducia e un altro assessore dalla società civile, da uno dei movimenti che in questi mesi sule vicende cittadine, tra Trapani ed Erice, ha fatto sentire la sua voce. E così, dopo le dimissioni di Giorgio Aiuto, Andrea Giannitrapani e Caterina Bulgarella, sono stati nominati assessori i consiglieri comunali Franco Briale e Michele Cavarretta e da ultimo Pietro Spina animatore del movimento civico Cives. E come solitamente si dice a Trapani, adesso è “tutto apposto”. Il ritornello, tutto a posto, i trapanesi lo conoscono bene, da decenni ne hanno fatto un grande uso, soprattutto quando invece ci sarebbe stato da dire che niente era apposto. Ragionamento che applichiamo senza indugi anche all’odierno caso politico. Trapani di fatto ha adesso un sindaco ingabbiato, che ha pochi spazi di manovra, costretto a muoversi tra quel carro armato del vice sindaco Giuseppe Licata, pronto a travolgere tutto ciò che sulla sua strada rischia di fermarne il cammino, parecchio autoritario tanto che a Palazzo D’Alì talvolta pare che sia Damiano il suo alter ego, e non il contrario, e il fronte consiliare che ha voltato le spalle all’ex sindaco Fazio. Per tornare un attimo su Licata bisogna riconoscere l’alta capacità di convincimento che riesce ad imprimere sul sindaco, Paolo Ruggirello, neo deputato del Pd, è noto che avrebbe voluto in giunta, e come vice sindaco, il suo numero due, il prof. Franco Todaro, ma non c’è riuscito. Licata aveva fatto sapere a Damiano che se gli avesse tolto la carica di vice sindaco era pronto a lasciare la Giunta. E l’ha avuta vinta. Sindaco dunque ingabbiato, e con una alleanza con l’on. Ruggirello che per via del mancato gradimento a Todaro già scricchiola ( ma a pareggiare i conti dovrebbero essere le nomine di sottogoverno, Atm e Trapani Servizi). Il cammino di Damiano quindi procederà tra le sabbie mobili. In un momento molto delicato per la vita finanziaria del Comune, il primo cittadino di Trapani ha perduto una pedina importante, quella di Giorgio Aiuto che alle finanze aveva mostrato grandi capacità. Si diceva che il sostituto doveva essere un nome “robusto” per quella poltrona, auguriamo all’avv. Pietro Spina che sembra destinato ad occuparsi del delicato assessorato, un buon lavoro, ma con tutto il rispetto non ci sembra un passo avanti rispetto all’ex assessore Aiuto. Sui due consiglieri comunali neo assessori a parte le roboanti dichiarazioni di insediamento, ci appaiono oggi solo come dei cacciatori,politici, di poltrone. Si sono mossi nel classico stile machiavelliano, il fine giustifica il mezzo. Volevano arrivare alla stanza dei bottoni e ci sono riusciti. Complimenti. Insomma la famosa giunta politica di Damiano non la vediamo, ancora una volta a Palazzo D’Alì ha prevalso l’accordo tra persone, tra singoli pezzi della politica, non c’è un quadro politico organico. Né ci sarebbe stato se fosse passata la sfiducia. Trapani resta prigioniera nelle paludi della politica. Non ci sono partiti politici e schieramenti che stanno messi bene. Forse per tutto questo è ora che la parola passi ai movimenti civici, alle liste civiche. Per affermare il primato della vera politica. I partiti, tutti compresi, nessuno escluso, hanno fatto il loro tempo. Damiano da qui al prossimo voto potrà solo comportarsi come un commissario ad acta, potrà fare le cose obbligatorie per legge, per la buona amministrazione, per il rilancio economico della città l’appuntamento è rinviato alle prossime elezioni amministrative.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.