“Il criminale delle evasioni fiscali”. Video

Sequestro Beni LicataMaxi sequestro di beni eseguito dalla Finanza su ordine del Tribunale delle misure di prevenzione a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Marsala. Colpito l’imprenditore Michele Licata

A conclusione di complesse indagini di polizia giudiziaria ed accertamenti di natura economico-patrimoniali, personale della Guardia di Finanza appartenente al Nucleo di Polizia Tributaria di Trapani e alla Sezione di p.g. presso la Procura della Repubblica di Marsala, ha dato esecuzione al più imponente provvedimento cautelare di natura patrimoniale mai effettuato nei confronti di società, persone fisiche, che ha portato al sequestro di beni e disponibilità finanziarie per 127 milioni di euro circa. Il decreto di sequestro che le fiamme gialle hanno posto in esecuzione, è stato emesso dal Tribunale di Misure di Prevenzione di Trapani, nei confronti di Michele Licata noto imprenditore di Marsala, della coniuge, Maria Vita Abrignani, delle figlie della coppia, Maria Vita, delle figlie Valentina, Clara Maria e Silvia, e ancora nei riguardi della madre del Licata, Maria Pia Li Mandri, del genero Roberto Cordaro, figlio di un consigliere comunale di Marsala, nonché sono state colpite le società DELFINO srl, DELFINO RICEVIMENTI srl, ROOF GARDEN srl, RUBI srl, DON MARIANO srl, L’ARTE BIANCA srl, PUNTA D’ALGHE srl, RAKALIA srl, SWEET TEMPTATION srl, WINE RESORT DI ABRIGNANI MARIA VITA & C. sas,  SOLE ASSOCIAZIONE cooperativa onlus e delle omonime ditte individuali intestate a LICATA Michele Angelo, ABRIGNANI Maria Vita e LICATA Clara Maria. L’indagine ha portato alla scoperta di una rilevantissima evasione fiscale, con imposte evase pari a circa 9 milioni di euro. I finanzieri hanno inoltre accertato l’emissione di fatture  per operazioni inesistenti, ammontanti complessivamente a circa  25 milioni di euro, nel periodo compreso dall’anno d’imposta 2005 al 2013. Nel provvedimento si fa cenno anche ad una truffa che sarebbe stata perpetrata nei confronti dello Stato, nel periodo compreso dal 2007 al 2009, per 4 milioni 300 mila euro. In Procura a Marsala i particolari dell’operazione sono stati riferiti così da individuare il Licata quale “soggetto specializzato a porre in essere attività delittuose, particolarmente nel settore tributario, finanziario, economico, edilizio, e alimentare”, per i magistrati si sarebbe dinanzi ad un “criminale parecchio spietato” tanto da subire l’esecuzione di un provvedimento “che solitamente si applica a soggetti di caratura mafiosa”. In precedenza Michele Licata ha subito sentenze di condanna ed è oggi sottoposto a due indagini penali, per  reati di truffa, tributari ed edilizi, appropriazione indebita, illeciti edilizi. Nel corso della odierna conferenza stampa, magistrati e investigatori hanno inquadrato l’imprenditore quale “soggetto aduso a vivere attraverso espedienti sempre elusivi della legge, ponendo in essere condotte che, talvolta sono sfuggite a un reale controllo da parte degli organi dello Stato, perché analizzate disorganicamente, a causa della sua elevatissima capacità criminale nel dissimulare e celare, con variegatissimi espedienti, sia l’attività illecita che la riconducibilità a sé della stessa, anche mediante parcellizzazioni delle condotte ed intestazioni fittizie delle aziende e del patrimonio ai propri familiari”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.