Così come Flaubert aveva detto “Madame Bovary sono io “, anche Breton si identifica con questo personaggio enigmatico che incontrò realmente. Opera scritta nel 1928, essa è la risultante di una serie di espressioni artistiche che hanno influenzato André Breton. Vede la luce all’interno del contesto Surrealista, movimento distaccatosi dal Dadaismo considerato troppo nichilista e negativo nei confronti della società post- bellica, fondato sull’idea che la reale essenza delle cose si può soltanto percepire in piccole manifestazioni e attraverso la comprensione e la lettura dei simboli attraverso cui si costituisce il reale. L’eco Beaudeleriana sembra aver raggiunto la sua massima espressione attraverso questo movimento che mette in pratica i metodi attraverso i quali interpretare, stimolare e vedere la foresta di simboli che si pone ogni giorno davanti i nostri occhi. Particolarmente innovativa nel campo della descrizione, l’opera sostuisce o aggiunge alla narrazione una serie di immagini, tra cui disegni e foto, che divengono parte integrante del testo narrato mostrandoci realtà esistenti e simboli che hanno colpito l’autore. La figura di Nadja è l’incarnazione di questa visione simbolistica del mondo. L’opera racconta il reale incontro dell’autore con questo personaggio enigmatico che lo inizierà ad un percorso di conoscenza e di comprensione delle cose al di là delle apparenze: la donna è un tutt’uno con la vita e con la foresta di simboli che camuffa la vita ed ha un’empatia con il reale di gusto surrealista. Ciò che viene fuori è un linguaggio appartente alla sfera dell’inconscio, in cui il susseguirsi di visione diviene talvolta inebriante per la stessa e per Breton, che la osserva e la ammira per le sue capacità. L’incontro con Nadja diviene per l’autore ciò che lui stesso definì come “faits précipices”, opposto ai “faits glissades”. I primi si incarnano in eventi molto importanti e significativi nella vita dell’uomo e posseggono una maggiore intensità rispetto ai secondi che, invece, ne preannunciano degli altri. L’icontro con Nadja appartiene, di per sè, alla prima categoria ma, diviene ,alla fine della storia, un vero e proprio “glissade ” che preannuncia un incontro ancora più segnificativo e rivelatore nella vita di Breton. Un’opera in cui immergersi per respirare sensazioni nuove, mai vissute.