Molti profili social (non solo Facebook ad oggi è molto in ascesa anche Instagram) raccontano di vacanze da sogno, cene romantiche, coppie felici, bambini che nascono come fossero portati dalla cicogna e crescono senza ostacoli, amici che si trovano e ritrovano continuamente passando solo splendide giornate insieme. Alcuni profili sembrano raccontare di vite perfette, quasi da film, dove la foto è sempre a fuoco, dove il pranzo e la cena sono sempre eccellenti e dalla presentazione fantasiosa e originale, e i sorrisi quelli pare imperversino su tutto, a volte anche laddove uno sa non correre buon sangue tra le persone.
La celebre affermazione “Perché scrivi solo cose tristi?” – “Perché quando sono felice esco“, di Luigi Tenco, sembra essersi capovolta in alcuni casi e raccontare una realtà davvero opposta, ma ciò che viene da chiedersi è se dietro alcune scelte non ci sia realmente un chiaro intento di provocare gelosia ed invidia in chi guarda. Alle foto e agli status si sono aggiunti anche gli ashtag che non fanno altro che rinforzare l’epicità di un evento che si vuole addirittura mandare in mondo(social)visione.
Dunque, è tutto oro quello che luccica? O in ogni caso, sia che guardiamo profili tristi che felici, quello che vediamo è solo una parziale verità perchè rappresenta solo uno scorcio della vita di ciascuno? Ne continuiamo a parlare da tempo, il digitale ha reso veloci gli scambi, accorciato le distanze, ma non è forse quello che decidiamo che gli altri vedano quello che mettiamo in mostra? E se lo facciamo noi perchè non lo dovrebbero fare anche gli altri di selezionare solo un certo tipo di contenuti da condividere?
Una domanda appare forse un po’ provocatoria ma appropriata alla tendenza: ma se davvero foste così felici ed entusiasti ad ogni momento della vostra giornata o vita preferirireste vivere fino in fondo la vostra emozione o metterla in stand-by per cercare il vostro telefono e immortalarvi, 10, 20, 3o volte prima che la foto sia quella giusta per poterla postare? Condividere contenuti personali va bene… ma con moderazione, altrimenti il risultato che si ottiene è proprio quello opposto da quello che si desidera.
Condividere, inoltre, può essere un conto ma questo non ha alcuna influenza poi sulla nostra vita reale, come i like che ricevono i nostri status o le nostre foto non accrescono di un solo punto la nostra felicità/infelicità. Un corto di qualche anno fa illustra, a mio parere in maniera veramente egregia, come un avventore dei social sia profondamente colpito dalla gioia che legge nei profili altrui e come esso stesso sfrutti momenti di dubbia allegria per autoconvincersi, e convincere gli altri, che tutto stia andando per il meglio. La ragazza che lo lascia è la liberazione da un peso, il licenziamento un modo per inseguire i propri sogni… Ma quanto questo è vero e quanto contribuisce questa sua finzione a farlo stare davvero meglio? A voi le conclusioni…