Lillo, Felice e i consiglieri della tavola …dell’imbarazzo

giambalvoCastelvetrano, caso Giambalvo. La maggioranza consiliare invita il collega alle dimissioni e ribadisce fiducia al sindaco Errante

Mercoledì a tarda sera è stato diffuso il comunicato stampa dei consiglieri dell’area di maggioranza del Comune di Castelvetrano – Ncd–Area Popolare, Udc-Area Popolare, Castelvetrano Futura, Psi e Sicilia Futura – a proposito di quello che è oramai denominato il “caso Giambalvo”, il consigliere comunale Lillo Giambalvo, aderente all’area di articolo 4 (leader l’on. Paolo Ruggirello), arrestato due anni addietro per mafia, sospeso dalla carica consiliare, assolto poche settimane addietro e reintegrato nella carica consiliare. Giambalvo durante le indagini fu intercettato a raccontare di incontri con i boss Messina Denaro, di incontri avvenuti in piena latitanza dei capi mafia, don Ciccio, il padrino morto nel 1998, e Matteo, ricercato dal 1993, ascoltato ancora a sentir dire di essere pronto a farsi la galera per aiutare il boss nella fuga, di augurarsi che Matteo Messina Denaro si adoperasse per fare tacere il collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, ammazzandogli un figlio. Le vicende per le quali era finito a processo erano relative al pestaggio e al sequestro di un piccolo ladruncolo pensandolo reo di un furto “non autorizzato”, nella casa sbagliata insomma. La Dda di Palermo aveva chiesto per lui 7 anni, il giudice lo ha invece assolto. E però il peso di quelle parole resta, Giambalvo dice che si tratta di trascrizioni errate, ma le registrazioni che si sono di recente ascoltate nella puntata de Le Iene, sono chiare, e poi uno degli interlocutori di Giambalvo in queste occasioni, un altro consigliere comunale, Francesco Martino, ha confermato che Giambalvo così proprio parlò di Messina Denaro. Il dibattito politico a Castelvetrano si è acceso da quando il vice presidente della commissione nazionale antimafia, on. Claudio Fava ha invitato l’intero consiglio comunale a dimettersi, per fare decadere così anche il consigliere Giambalvo che non intende lasciare lo scranno. Fava ha richiamato a tutti l’esistenza di una legge non scritta, quella della “decenza morale”, “impossibile permettere di far stare seduto in un’aula istituzionale un soggetto che è stato sentito acclamare il capo mafia Matteo Messina Denaro”. La novità di ieri sera non cambia le cose, il “pallino” di questa partita resta in mano a…Lillo Giambalvo.

Felice ErranteLa posizione dei consiglieri di maggioranza è chiara, nella sostanza dicono che lui è “brutto, sporco e cattivo” (ci sia consentito l’eufemismo) noi non ci vogliamo avere nulla a che fare e quindi…”la situazione arreca forte disagio all’intero consesso civico…siamo contrari ad ogni forma di partecipazione dello stesso nella gestione amministrativa, le frasi pronunciate ed attribuite allo stesso turbano pesantemente le nostre coscienze e si appalesano incompatibili con il ruolo rivestito”. E quindi, ripetiamo? “La sua pervicacia nel rimanere tra gli scranni del massimo consesso civico è moralmente inaccettabile; pertanto a tutela dell’immagine della nostra città e di tutti i cittadini, e dei valori che a loro ci accomunano, ribadiamo la ferma ed incontestabile contrarietà per la condotta posta in essere dallo stesso”. Insomma lo hanno invitato nuovamente alle dimissioni…ma lui non si dimette. Ora stante che i fatti sono così scontati, lui non si dimette, gli altri neppure, ci sembra che il documento dei consiglieri della maggioranza, che però tradiscono un certo imbarazzo, ha ben altra finalità. A Castelvetrano la situazione politica è agitata, sopra soffia il vento Giambalvo, ma sotto sotto sembrano esserci altre questioni. In Consiglio comunale c’è alta tensione, sulla Giunta Errante c’è il fuoco incrociato, sono stati sollevati precisi problemi, su gestione personale, rapporto con associazioni di volontariato ai quali la Giunta sembra avere comprato anche moderni televisori, per raccontarne una. Il documento diffuso ieri sera ha quindi altra finalità, tranquillizzare il sindaco Felice Errante, lo stesso che salutò con particolare calore politico l’ingresso in Consiglio di Giambalvo quando questi subentrò al consigliere Rizzo dimessosi per la contestuale nomina ad assessore (Rizzo, nominato poi vice sindaco, alla notizia dell’assoluzione di Giambalvo preso dall’euforia attaccò la magistratura per quell’arresto). I consiglieri di maggioranza, dimenticando anche l’episodio Rizzo, hanno ribadito “apprezzamento” per il lavoro che il sindaco “compie ogni giorno per la città”. Tutto il resto, dicono, è “perniciosa strumentalizzazione utile soltanto alla ingiusta denigrazione del massimo consesso cittadino, liberamente e democraticamente eletto”.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.