A due anni dalla scomparsa ancora una volta per iniziativa della Calcestruzzi Ericina Libera e di Libera il ricordo del prefetto Fulvio Sodano è stato coniugato con il tema delle confische. Interventi della prof. Stefania Pellegrini, dell’on. Davide Mattiello e del pm Andrea Tarondo
Non c’è dubbio. A 13 anni dalla “rimozione” da prefetto di Trapani di Fulvio Sodano e a due anni dalla sua prematura scomparsa, parlare dell’azione condotta nel trapanese dal prefetto Sodano suscita reazioni opposte. Al solito come accade a Trapani, alle forti attenzioni, come quelle ancora una volta proposte dalla Calcestruzzi Ericina Libera, e da Libera, si oppone silenzio, disattenzione. Sono segnali, come sono stati segnali precisi quelli arrivati sabato pomeriggio dall’insieme degli interventi che si sono sviluppati a proposito di confische e riuso dei beni sottratti al controllo della mafia. In giorni “caldi” per il mondo dell’antimafia i tanti professionisti della critica hanno perduto una occasione ad essere presenti e conoscere così i volti di chi ogni giorno affronta il contrasto alle mafie, garantendo guadagni non a singoli ma all’intera collettività. C’erano magistrati e giudici, che si occupano del contrasto giudiziario, ma c’erano anche i “volontari”, le donne e gli uomini che oggi lavorano per il recupero dei beni confiscati, c’erano anche la politica e il mondo accademico. Nessuno ha sprecato parole al vento. “C’è necessità di ripristinare un ordine di giustizia” ha detto il pm Andrea Tarondo, il magistrato che affrontò quella indagine antimafia che vide il contributo decisivo del prefetto Sodano che nei primi anni del 2000, dopo avere ricevuto nella sua stanza gli imprenditori, accompagnati dai vertici dell’epoca di Confindustria, che lo invitavano a vendere la Calcestruzzi Ericina, ex proprietà del capo mafia Vincenzo Virga, riferì ogni cosa all’autorità giudiziaria e tempo dopo si scoprì che dietro quegli imprenditori c’era Cosa nostra che voleva riprendersi l’azienda confiscata. Il pm Tarondo è poi il magistrato che raccolse nel 2004 la testimonianza di Sodano che raccontò come dietro la sua “cacciata” da Trapani c’era l’allora sottosegretario all’Interno, il senatore trapanese Antonio D’Alì. A Trapani la somma dei sequestri e delle confische alla mafia è parecchio alta, oltre 3 miliardi di euro: “Questi – ha detto il magistrato – che sono stati tolti alla società civile, sono soldi che la società deve sapere riprendersi organizzando sviluppo”. E dinanzi alla norma che invita le istituzioni ad operare garantendo il principio di maggiore utilità messo in relazione con l’interesse pubblico, il pm Tarondo ha ancora aggiunto: “Bisogna essere capaci di riconoscere in una cooperativa di lavoratori il pilastro di legalità che benissimo può coniugarsi con l’interesse pubblico. E’ interesse pubblico che le aziende confiscate diventino veri pilastri di legalità”. “Oggi a gestire i beni confiscati – ha detto la prof. Stefania Pellegrini dell’Università di Bologna, direttore del master in gestione e riutilizzo dei beni e delle aziende confiscate alle mafie Pio La Torre – è uno Stato che è diventato uno Stato amministratore, amministratore di un patrimonio economico gigantesco che le mafie hanno tolto col riciclaggio alle popolazioni locali, abbiamo necessità di uno Stato che da Stato si occupi di questi beni, al potere discrezionale e indiscriminato che oggi svolge l’agenzia dei beni confiscati dobbiamo far subentrare il principio di sussidiarietà. I beni confiscati quando erano in mano alle mafie – ha continuato – erano simbolo del potere mafioso che serviva a soggiogare persone e territori, i beni confiscati debbono diventare un segnale rivolto a tutti, senza le mafie il territorio cresce, e l’esempio più emblematico è quello della Calcestruzzi Ericina Libera”. Il testo Unico antimafia approvato alla Camera e adesso al vaglio del Senato, si trova in commissione Giustizia, come ha spiegato al pubblico presente l’on. Davide Mattiello che è stato relatore di maggioranza delle nuove norme, certamente verrà in aiuto della società civile che anche costituita in gruppi di impresa, vuole rimettere in vita le aziende confiscate. “Pensate – ha detto l’on. Mattiello – in scritti depositati nell’archivio della commissione antimafia a firma del prefetto Fulvio Sodano e che portano la data del 2001, è possibile trovare quelle fondamenta che hanno portato alla scrittura delle nuove norme, Sodano aveva capito bene la strada da percorrere, il voto della Camera ha dato ragione a quelle sue posizioni. Pensate poi che anche durante il dibattito ci siamo sentiti dire dai contrari a questa norma che stavamo facendo i favoreggiatori delle aziende confiscate, la stesa cosa che a Trapani certuni vennero a dire a Fulvio Sodano”. “Gli impianti della Calcestruzzi Ericina, confiscata alla mafia (che qui aveva la faccia di Virga), amministrata e difesa dallo Stato (con la faccia del Prefetto Sodano) e rinata con la forza e il coraggio dei lavoratori costituiti in cooperativa. Questa non è antimafia, è Repubblica”. Ed ha proseguito : “Oggi siamo a Trapani per ricordare il prefetto Fulvio Sodano, sapendo che il modo migliore per “ricordare” è continuare nell’impegno, che in questo caso significa soprattutto togliere ai mafiosi i patrimoni, senza far perdere il lavoro a chi non c’entra niente. La storia della Calcestruzzi Ericina è un monumento vivo a questo sforzo. Oggi il nuovo Codice Antimafia approvato dalla Camera l’11 Novembre 2015 aspetta che il Senato se ne curi. C’è chi vorrebbe vendere le aziende fin dal sequestro (e magari chiudere pure la DIA). C’è chi si indigna per il fondo a garanzia del lavoro che abbiamo inserito nella riforma. C’è chi cerca di difendere rendite di posizione. C’è poi chi per far piacere agli amici, cerca pure di dirottare i Prefetti, quando sono troppo scomodi. Ci sarà bisogno di tutta la forza possibile per perfezionare la riforma del Codice Antimafia”. Tutto questo si è detto all’interno del salone di rappresentanza della prefettura, era dal 2003 che lì di Sodano non si parlava più, il prefetto Leopoldo Falco ha prontamente offerto il salone agli organizzatori dell’evento e anche lui si è accodato riconoscendo in Fulvio Sodano i tratti di un “prefetto del popolo”. Al prefetto Falco è stata fatta la proposta di intitolare a Fulvio Sodano il salone di rappresentanza. Si è parlato tanto sabato pomeriggio ricordando Fulvio Sodano, con la convinzione che il silenzio è ossigeno per le mafie, e che quando vengono spese parole giuste il contrasto alle mafie è di quelli che garantiscono successo. C’è magari chi dicendo di voler togliere ossigeno alle mafie, parla a vanvera poi, ma in questo caso la migliore risposta è quella che spesso Fulvio Sodano ricordava ai detrattori, “non cammini scalzo chi semina spine”. Toccanti sono state le testimonianze di chi oggi si occupa di gestire i beni confiscati, come quella fatta da Vito Mazzara della neo nata cooperativa Rita Atria, una cooperativa costituitasi con bando pubblico e che si occupa di terreni confiscati nel Belice,”serve mettere testa, cuore e amore” ha concluso parlando della sua esperienza, o ancora quella di Gisella Mammo Zagarella, ingegnere e amministratore delegato della cooperativa Calcestruzzi Ericina Libera, che ha portato la storia della Calcestruzzi all’interno del Parlamento Europeo. Non meno importante l’intervento di Luigi Miserendino, amministratore giudiziario: “Porto con me l’amaro in bocca perchè se la Calcestruzzi Ericina Libera è un simbolo riconosciuto in Emilia Romagna per esempio, nel cuore dell’Unione Europea,dalle nostre parti in Sicilia quello che qui è stato fatto non viene considerato”. “Non ci sono, non ci possono essere singoli che pretendono di possedere i beni confiscati, noi siamo più vicini a chi gestisce questi beni come custodi attenti, chi sente di svolgere questo come servizio, e che siamo sulla strada giusta lo cogliamo dall’azione di chi pensa di doverci isolare”. A parlare così Salvatore Inguì coordinatore provinciale di Libera: “Ci siamo trovati presto eredi di Sodano e ogni giorno cerchiamo di esserne degni, coniugando memoria e impegno, memoria di quel prefetto che ci ha lasciato prove e testimonianze della sua correttezza, della sua semplicità, della sua lealtà e onestà, fattori precisi dell’impegno dei tanti di Libera che lavorano coniugando tutto con il Noi”. Certo esistono problemi e il pm Tarondo li ha individuati per esempio nella scelta degli amministratori giudiziari. L’agenzia dei beni confiscati per esempio non è messa in grado di conoscere la storia personale e professionale degli amministratori che va scegliendo per le imprese confiscate, “e così a volte si prendono dei granchi”. Ma nel nome di Sodano si stanno facendo passi in avanti. A Trapani potrebbe presto nascere la prima rete del calcestruzzo, verranno messe in rete le aziende che producono calcestruzzo e che oggi sono sequestrate e confiscate. Si stanno muovendo passi precisi ma serve concludere presto le procedure. In questo senso le parole di Giacomo Messina presidente della coop Calcestruzzi Ericina Libera, non ha nascosto che c’è chi remerebbe in verso contrario, ma ha riconosciuto che lo sforzo dei più è rimettere in piedi queste aziende, così da diventare importanti occasioni di lavoro in un territorio dove l’emigrazione è fortemente ripresa. Sodano al lavoro ha sempre dedicato massima attenzione, toccante il ricordo della vedova, la signora Maria Augello: “Era il giorno in cui lasciammo Trapani, il 14 luglio 2003, con l’auto uscivamo dalla prefettura, e all’ingresso trovammo un uomo con un bambino parecchio agitato, mio marito decise di fermarsi e scendere dall’auto. Tornò 20 minuti dopo sorridente, Fulvio cosa hai fatto gli chiesi, il mio dovere la sua risposta e sono contento, a quell’uomo mio marito dopo avere fatto alcune telefonate era riuscito a trovare un lavoro“. Nella stessa giornata a Favignana è stata scoperta una targa dedicata al prefetto Sodano collocata nell’aula consiliare, dal prossimo anno il Comune delle Egadi finanzierà una borsa di studio dedicata al prefetto Sodano. Infine ad animare il pomeriggio in prefettura a Trapani è stata anche la poesia, recitata da una bravissima bambina della Scuola Marconi, Alessia Carpinteri, e la musica al pianoforte e al flauto di Alessandro Mazzeo e Beatrice Landolina. Il prefetto Sodano era un profondo cultore della letteratura e della musica, e delle parole…solo se vere e concrete.