Caso Funaro, le dichiarazioni di Scancarella

funaro 2L’imprenditore Gaetano Scancarella replica e chiarisce la vicenda del file “gruppi onorevoli da sistemare”

Qui di seguito pubblichiamo integralmente la versione dei fatti a proposito delle mail ritrovate nel computer dell’imprenditore trapanese Pietro Funaro e in particolare la spiegazione del file “gruppi onorevoli da sistemare”.

“Apprendiamo da notizie di stampa che, a seguito di perquisizione, viene trovata una mail nel computer di un imprenditore, sottoposto a procedimento di confisca dei beni, dove si parla dello stato dell’arte di un emendamento alla legge sugli appalti, a firma di Sergio Tancredi (deputato Cinque Stelle). Nella mail si trova un allegato intitolato “GRUPPI ONOREVOLI DA SISTEMARE”.
Al fine di creare “la notizia” il giornalista gioca sul dubbio del significato del titolo del file ed associandolo ad altri file, riportanti la raccolta dei “pizzini” di Matteo Messina Denaro, Crea le condizioni affinché il lettore tragga le conclusioni dettate non dai fatti reali bensì dalla notizia artatamente creata. L’aspetto ancor più grave è che il giornalista non si limita a citare, nel suo articolo, il nome dell’imprenditore indagato, proprietario del pc sequestrato, ma cita anche chi ha inviato la mail ed i nomi dei deputati riportati sul file prima citato. Chiaramente tutto ciò va stigmatizzato e va detto a gran voce che è ben lontano dall’etica giornalistica e soprattutto dai fatti realmente accaduti.
Pertanto il nostro comunicato stampa vuole fare chiarezza su ciò che rappresenta il file in questione e all’interno di quale contesto storico va letto.
I fatti:
ln data 3/6/2014 fu presentato un Disegno di Legge (n. 762) a Erma dei 14 deputati del
Movimento Cinque Stelle, che trattava le modifiche da apportare al sistema di aggiudicazione delle gare di appalto.
Nel mese luglio 2014, a Sala D’Ercole, si doveva trattare la finanziaria e dopo diversi incontri Istituzionali, con i vari rappresentanti sindacali ed i rappresentanti delle categorie datoriali, vi era la speranza che il Disegno di Legge potesse passare come unico articolo della finanziaria.
Avuto modo di esaminare il Disegno di Legge 762 ci rendemmo conto che la proposta non
avrebbe migliorato il sistema vigente, quindi bisognava emendarla.
Questo emendamento al Disegno di legge veniva proposto e discusso all’interno dei vari
gruppi politici dell’Assemblea Siciliana. (Da ciò scaturisce quell’elenco di Onorevoli (46)
che già erano stati informati dell’emendamento).
In quel periodo la maggioranza di Governo non era stabile, vi erano molte fibrillazioni politiche, di conseguenza, noi piccoli imprenditori che ritenevamo l’emendamento proposto molto importante per non far morire l’imprenditoria sana dell’Isola, non più in grado di sopportare ribassi così alti (oltre il 40%), eravamo preoccupati che la legge non passasse.
Proprio per questo motivo fu compilato quel file chiamato Senza “GRUPPI ONOREVOLI DA SISTEMARE”. Il senso, chiaramente, non era quello artatamente dato dal1autore dell’articolo, riportato da tanti quotidiani on-line, bensì il fatto che molti Deputati cambiavano velocemente casacca e non sapevamo più a quale gruppo appartenessero. Pertanto era il file “DA SISTEMARE” e non gli Onorevoli. Quel file serviva inoltre per far si che ogni rappresentante territoriale della categoria si interessasse di informare, sulla proposta di legge, i rappresentanti istituzionali Iocali.
Finalmente il Disegno di Legge 762 veniva esitato per l’Aula in data 16 luglio 2014 nella
seduta n. 134, (per la cronaca in commissione sono state ascoltate le Categorie interessate.

– Infine il Disegno di legge, non fu inserito nella bozza della finanziaria, alla fine é stato
stralciato in quanto non ritenuto dai Capigruppo argomento di legge finanziaria. Ci fu detto che sarebbe stato portato in aula separatamente come Disegno di Legge.
Fu intrapreso un lungo percorso denso di incontri con i tecnici dell’Assessorato alle
infrastrutture e unitamente al deputato firmatario del disegno di legge, Sergio Tancredi,
abbiamo verificato l’emendamento da presentare in IV Commissione Legislativa,
emendamento condiviso da tutti (Assessorato competente, Categorie lmprenditoriali, gruppo politico del Movimento Cinque Stelle).
– In data 3/2/2015 le categorie imprenditoriali (compreso chi parla, vedasi allegato 2) fummo invitate a partecipare alla riunione della IV Commissione Parlamentare al fine di rappresentare le nostre istanze. (della riunione si possono anche trovare i filmati su YOU TUBE).

Per il continuo della storia le cronache raccontano delle diverse assemblee svolte per arrivare pacificamente ad una riforma del sistema degli appalti il 10 luglio 2015 con l’approvazione della L.R. n. 14/20 l 5 (la più votata nell’ultima legislatura), una norma che ha ridato una boccata di ossigeno ma soprattutto ha ridato dignità alla categoria.

Tutte queste lotte sono state sostenute dalle associazioni di categoria quali ANIEM CONFAPI, ANCE SICILIA, dal Comitato CREDA SICILIA e da tantissimi liberi imprenditori che credono ancora in questa terra.

A conclusione di questo comunicato stampa vorremmo soffermarci su un fatto che ci é apparso molto
strano, cioé:
– il giorno 1 marzo 2016 viene pubblicata la circolare Prot. N. 38006/DRT che da seguito alla approvazione del D.L. 30 dicembre 2015 n. 210 (c.d. mille proroghe 2016) con legge 25
febbraio 2016, (il Legislatore Nazionale proroga la validità della legge n. 14 del 10 luglio
2015 fino al 31 luglio 2016)
– in pari data escono fuori delle notizie faziose, riportate in contesti penali, che nulla hanno a che fare con la vita sociale, politica ed economica della nostra Sicilia.

Probabilmente a qualcuno questa norma che garantisce trasparenza e legalità ha dato molto fastidio e quindi si preoccupa di offuscarne i meriti facendo aleggiare i fantasmi del malaffare”.

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Prendiamo atto delle precisazioni, ma pur tuttavia ci sia consentito.
Il nostro è stato un lavoro di cronaca, nulla di più, non si è creata alcuna notizia ma semmai si è data una notizia. La deposizione di periti, la consegna dei documenti sono fatti accaduti in un’aula di giustizia. Abbiamo distinto le cose, abbiamo scritto che nei computer sono stati trovati dei “pizzini”, le corrispondenze del boss mafioso Matteo Messina Denaro e tra le altre cose è stata trovata la mail inerente un “emendamento” che doveva essere sostenuto in aula da deputati regionali a loro volta destinati ad essere contattati da imprenditori. A mettere insieme le due cose non siamo stati noi ma semmai un baccano che soprattutto si è ingenerato sui social. Proprio perché svolgiamo il nostro lavoro rispettando i cardini della professione giornalistica abbiamo riferito mittente e destinatari della famosa mail “gruppo onorevoli da sistemare”. Abbiamo anche scritto che quel “da sistemare” poteva significare che si trattava di un file da aggiustare. Prendiamo altresì atto che quel “da sistemare” era riferito alla confusione politica e ai deputati troppo spesso cambia-casacca. Insomma c’era interesse a seguire le evoluzioni politiche dei deputati. Infine. Assicuriamo che non c’è nulla di studiato a tavolino, non siamo di questa stoffa. La nostra “fonte” è l’udienza del 17 febbraio 2015 del procedimento di misura di prevenzione contro l’imprenditore Pietro Funaro. Abbiamo appreso ciò che si era discusso in aula e abbiamo scritto l’articolo, non c’entra nulla la circolare dell’1 marzo come scritto dall’imprenditore Scancarello. Abbiamo esercitato un diritto di cronaca, punto e basta. Nessuna notizia è stata artatamente creata, non si è violata alcuna etica. La violazione etica la si cerchi da altra parte, non da da noi!

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.