Le risposte del sindaco Errante

Tempo addietro avevamo scritto rivolgendo pubblicamente alcune domande al primo cittadino di Castelvetrano, oggi riceviamo e pubblichiamo

IMG_0737Castelvetrano è oramai nella bufera. Il caso Giambalvo è finito ufficialmente all’attenzione della commissione nazionale antimafia. Lillo Giambalvo arrestato nel 2014, poco tempo dopo il suo insediamento in Consiglio comunale, succedendo al consigliere Giuseppe Rizzo, chiamato dal sindaco a occupare una poltrona assessoriale, e assolto poche settimane addietro da accuse pesanti tra le quali la partecipazione all’associazione mafiosa, è rimasto pur tuttavia un “caso” per via di una serie di affermazioni e racconti di incontri tra lui e i boss mafiosi Messina Denaro, parole di esaltazione che per la verità non sono cosa nuova in uno scenario castelvetranese dove le intercettazioni anche di soggetti insospettabili hanno svelato “amore” e “passione” per il latitante Matteo Messina Denaro. Probabilmente mai in modo approfondito la politica castelvetranese ha affrontato questi aspetti, per cui se non fosse stato per la ribalta nazionale che ha avuto il “caso Giambalvo”, Le Iene, l’intervento del vice presidente dell’antimafia Claudio Fava e di un altro componente della stessa commissione, Davide Mattiello, forse anche questa volta si sarebbe sorvolato e fatto magari spallucce. Il “caso Giambalvo” è semmai la punta di un iceberg che investe tanti a Castelvetrano. Soggetti che dovrebbero vivere isolati e invece…sono anche capaci di influire su ciò che la pubblica amministrazione deve fare. E allora non è un caso che in questi giorni il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal prefetto Falco si è occupato approfonditamente di Castelvetrano, un tavolo al quale sarebbe stato ammesso anche lo stesso sindaco Errante. Riunione però finita secretata, come di solito è per tutte le riunioni del comitato ordine e sicurezza, ma una indiscrezione ci porta oggi a scrivere che il confronto a quel tavolo tra prefetto, investigatori, magistrati ha reso chiaro il quadro, a Castelvetrano la politica non si trova tra le mani solo il “caso Giambalvo” da affrontare. Ci sono ingombranti parentele (Giambalvo è imparentato con il noto Vincenzo La Cascia, indicato dalla Dia come campiere in un’azienda della famiglia D’Alì, arrestato e condannato per mafia ed estorsioni) ma ci sono anche rapporti di comparato ben noti tra politici e familiari di mafiosi, di mezzo anche la massoneria. A Castelvetrano è cresciuto il numero delle logge, e si sa che Matteo Messina Denaro è uno specialista ne gestire rapporti tra mafia e massoneria. Ma veniamo alla notizia di oggi. Tempo addietro avevamo chiesto pubblicamente al sindaco Errante di rispondere ad alcune nostre domande. Oggi con le domande che sono sempre rimaste le stesse, Errante ha deciso di rispondere. Pubblichiamo le sue risposte così come ce le ha rese senza cambiare nulla, senza far commenti e lasciando a chi legge ogni valutazione.

Matteo Messina Denaro non è il primo dei problemi”. La pensa ancora in questo modo?

Matteo Messina Denaro è certamente il primo problema di questa città perchè non ne ha consentito lo sviluppo e l’ha piegata ad interessi criminali di pochi in danno dei laboriosi ed onesti altri miei concittadini. Tuttavia tra le priorità di un sindaco, e mi creda di questi tempi amministrare è diventato sempre più difficile ve ne sono altre importanti tanto quanto. Lei che di mestiere fa il giornalista sa bene come la sintesi sia essenziale, ma al contempo se non è supportata da una spiegazione, in certi casi, si rischia di fuorviare l’altrui pensiero. l mio dire quindi si riferiva al fatto che non compete ad un sindaco la ricerca del più pericoloso latitante d’Europa, ma delle forze di polizia che sicuramente compiono egregiamente il proprio lavoro. Ad un sindaco, come dicevo prima, spetta affrontare e risolvere quanti più problemi possibile, garantire servizi e provare a disegnare il futuro economico, sociale e culturale della comunità che amministra.

Pochi mesi dopo l’insediamento, l’organizzazione Libera le chiese di consegnare la cittadinanza onoraria al prefetto Fulvio Sodano, all’epoca ancora in vita, ritenendo che l’azione di quel prefetto non si è discostata molto dall’impegno profuso da altri servitori dello Stato come il prefetto Antonio Manganelli, Capo della Polizia, insignito della cittadinanza onoraria poco tempo prima di una prematura morte e al quale si è anche dedicata una strada (poco importa se è una strada senza uscita e che di colpo fatti pochi metri si interrompe in piena campagna). Lei disse di no a quella richiesta di Libera perpetuando il passa parola di chi a Trapani ha visto quel prefetto come fumo negli occhi, e cioè che quella cittadinanza onoraria sarebbe stata usata politicamente.

Non ho avuto il piacere di conoscere il prefetto Sodano, ma dal comune sentire so che si trattava di un grande uomo e di un fedele servitore dello Stato. Capita nella vita di fare delle valutazioni affidandomi al mio istinto ed in quella occasione probabilmente sarebbe stato opportuno un approfondimento. All’epoca la richiesta venne avanzata, oltre che da Libera, associazione con la quale la mia amministrazione collabora lealmente da sempre nella gestione dei beni confiscati, da alcuni attivisti del circolo della Rifondazione Comunista in un momento storico in cui a Trapani ogni giorno sui media rimbalzavano notizie legate al processo che riguardava il sen. D’Alì. Pensai subito ad un tentativo di strumentalizzazione politica piuttosto che ad IMG_0734una richiesta di un sentito omaggio. Sono pronto comunque ad onorare la memoria del prefetto Sodano, mutate le condizioni dianzi esplicitate, in qualsiasi momento. Per inciso la strada che venne poi dedicata al prefetto Manganelli venne individuata e scelta dall’allore Questore di Trapani, dott. Carmine Esposito.

Lei ha parecchio pubblicizzato la revoca della licenza commerciale rilasciata dal Comune al cognato di Matteo Messina Denaro, Gaspare Como. Ha indagato amministrativamente a fondo per sapere come è stato possibile rilasciare quella licenza commerciale?

Ho già relazionato abbondamente sull’accaduto agli organi preposti. Io non ho mai pubblicizzato nulla, sono stato semmai più volte contattato da un suo collega che mi chiedeva informazioni. Non troverà un mio comunicato sulla vicenda. La vicenda amministrativa è stata istruita corettamente e abbiamo fornito tutti i chiarimenti necessari che comprenderà non posso riferirle.

E prendendo spunto dal riconoscimento consegnato al sig. Ignazio Fontana,a cinque mesi dal nuovo arresto del figlio di costui, Giuseppe detto Rocky (soggetto di recente assolto dalle accuse che lo avevano condotto in carcere, ma che in precedenza aveva scontato una lunga condanna per traffico internazionale di droga) accettando, ma non condividendo, la sua spiegazione, “solo per benemerenza”, chiediamo come mai analogo riconoscimento non sia stato concesso all’imprenditrice Elena Ferraro che indubbiamente pur non essendo di Castelvetrano ha dimostrato che a Castelvetrano c’è chi chiuda la porta in faccia ai mafiosi, andandoli anche a denunciare?

In quell’occasione mi sono sentito offeso dal suo articolo. Ho già ampiamente spiegato che quel riconoscimento, come tanti altri che consegniamo nel corso dell’anno, va ad offrire un piccolo ringraziamento che l’amministrazione, in rappresentanza della cittadinanza, vuole consegnare a tutti quei cittadini che si distinguono per l’impegno nel campo del sociale, dello sport, dell’imprenditoria o altro. Il signor Fontana , in quella occasione festeggiava, se non ricordo male i cinquanta anni di professione. Una professione che ha sempre svolto con onestà e dedizione, diventando un punto di riferimento della ristorazione per residenti e turisti. Per quel che riguarda Elena Ferraro l’ amministrazione ha sempre sostenuto la stessa con fatti concreti e non con meri attestati. Elena perlatro ha ricevuto diversi riconoscimenti anche fuori Castelvetrano. Sono orgoglioso di lei e di averla acquisita come cittadina. Per il resto gode della stima mia e di questa amministrazione e con lei abbiano collaborato a diverse iniziative.

Cosa ne pensa del nostro invito perchè il 26 aprile di ogni anno, giorno che coincide con il compleanno del boss, venga dedicato al ricordo di quelle vittime della barbarie mafiosa ordita da Matteo Messina Denaro, abbiamo voluto ricordarle la tragica e drammatica storia di Nadia e Caterina Nencioni uccise a Firenze, nella strage di via Georgofili, quando avevano 9 anni e 50 giorni.

È una buona idea, valuteremo la possibilità di organizzare qualche bella iniziativa di promozione della legalità e dedicheremo degli spazi cittàdini alla memoria di quelle vittime innocenti di mafia. Sono pronto a collaborare e a fare la mia parte.

Nei mesi scorsi è stato reso noto un rapporto della Banca d’Italia che ha segnalato come al 31 dicembre 2014 la raccolta creditizia presso gli sportelli bancari di Castelvetrano è risultata essere pari a 740 milioni di euro, cosa ne pensa a fronte delle evidenti difficoltà a proposito di lavoro che continua a mancare?

Penso e spero che la stragrande maggioranza di quelle somme siano ascrivibili all’ imprenditoria e a risparmi di cittadini onesti. Non escludo che una quota sia frutto di affari criminali e nella disponibilità della Mafia. Non ho tuttavia altri elementi. Il dato preoccupante, a parer mio, è legato al fatto che dette ingenti risorse sono immobilizzate e non sostengono l’economia locale in grande difficoltà.

Partita dedicata a Paolo Forte, il padrino del boss….non era il caso di punire la società sportiva che ha messo in ambasce l’amministrazione?

Abbiamo deciso di soprassedere da qualsiasi sanzione perché abbiamo ritenuto, dopo una attenta valutazione, che l’ episodio seppur sgradevole ed inopportuno, non nasceva da alcun senso di apologia del latitante o dello stesso forte che aveva subito in passato una condanna perché ritenuto un sodale di Messina denaro, ma dalla richiesta del fratello, un iscritto alla Federazione Italiana Gioco calcio, che aveva chiesto al presidente della Folgore un omaggio al fratello che era stato dirigente della stessa Folgore. Appurato questo abbiamo invitato il presidente Ranieri ad annullare l’incontro senza assumere altre iniziative.

Altre domande sono rimaste inevase, ma il sindaco Errante si è giustificato dicendo che trattandosi di argomenti prettamente amministrativi le Sue risposte non potranno che esserci confrontandosi con l’ufficio. Quindi siamo certi che ci sarà una seconda puntata della Sua intervista.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.