Colpiti gli imprenditori Candela, dalla mafia di Vincenzo Virga a quella più attuale
Polizia e Guardia di Finanza stamane hanno eseguito un sequestro preventivo di beni per 6 milioni di euro. Colpiti sono stati gli imprenditori trapanesi Salvatore e Nicolò Candela. Il blitz è stato condotto in particolare nella frazione agricola di Fulgatore, quello che fu il cuore della mafia quando era capeggiata dal boss Vincenzo Virga. E i Candela secondo le indagini sarebbero legati a quella cosca quanto a quella nuova. Appalti pilotati, turbativa degli incanti, influenze sull’apparato politico. Il nome dei Candela ruota attorno alla società Sicania servizi. Il nome della Sicania servizi quanto quello di Candela è emerso proprio di recente, dalla perizia presentata nel procedimento nei confronti dell’imprenditore Pietro Funaro. Si scoprì una mail con la quale un gruppo di imprenditori concordavano di avvicinare i deputati regionali per acquisire consenso alla nuova norma sugli appalti. E Candela in quell’elenco è uno dei nomi ricorrenti. Citato anche assieme al nome dell’on. Nino Oddo. Le attività investigative, svolte tra la seconda metà degli anni ’90 e il più recente periodo, tra il 2004 e il 2007, hanno permesso di accertare, nel tempo, “l’asservimento del gruppo imprenditoriale Candela alla famiglia trapanese di Cosa Nostra, alla quale i Candela hanno garantito ingenti risorse economiche nel redditizio settore degli appalti pubblici”. E’ emerso, infatti, come i Candela “abbiano da sempre agito attraverso imprese strettamente interconnesse tra di loro in un unico gruppo imprenditoriale che hanno tratto rilevanti vantaggi economici dall’illecita aggiudicazione di appalti pubblici fino ad epoca recente”. In questo contesto investigativo “i Candela risultavano pienamente inseriti nel gruppo degli imprenditori asserviti e beneficiati dal sistema di condizionamento mafioso del settore degli appalti pubblici, voluto dal vertice trapanese di cosa nostra ed attuato pure grazie alla compiacenza di funzionari corrotti anch’essi asserviti alle medesime strategie – spiegano Polizia e Gdf – In particolare si evidenzia la tentata turbativa del pubblico incanto presso la provincia di Trapani concernente i lavori di adeguamento dell’Istituto Tecnico per Geometri di Trapani in ragione del quale era stata pattuita la tangente 50 milioni di vecchie lire e che, invece, veniva aggiudicato ad altra impresa per mero ‘errore’ nell’indicare il ribasso offerto”. Ad ulteriore testimonianza “della adesione dei Candela al sistema estorsivo anche al di fuori del territorio trapanese, si rileva il loro coinvolgimento anche in episodi estorsivi in relazione ad appalti relativi ai lavori aggiudicati dagli stessi, a partire dal 2001, nella provincia di Palermo presso l’aeroporto Falcone-Borsellino e presso la caserma militare Bichelli, sita nel quartiere San Lorenzo, come dimostrato dall’esame dei ”pizzini” rinvenuti in occasione della cattura dei Lo Piccolo, Salvatore e Sandro, ritenuti ai vertici della consorteria mafiosa palermitana”, dicono gli investigatori. Pertanto, è stato ottenuto dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Trapani il sequestro anticipato ai fini della confisca di 8 beni immobili, 37 beni mobili registrati (autovetture, furgoni, mezzi meccanici), 5 società/imprese (capitali sociali e pertinenti complessi aziendali), 10 partecipazioni in altre società e 114 tra conti correnti e rapporti bancari di altra natura, per un valore complessivo, stimato in atti, di circa 6 milioni di euro.