Martedì mattina protesta a piazza Zino, poi l’incontro con l’assessore Gucciardi
Soldi della sanità che invece di finire spesi per le esigenze del territorio, riempiono le buste paga di quei papaveri della burocrazia regionale che sono i primi responsabili dello sfascio. Soldi della sanità che invece di essere destinati alle esigenze del comune cittadino costretto per i propri mali a rivolgersi alle strutture sanitarie, finiscono inghiottiti da un “buco nero”. Una sanità che sembra incapace a mettere ordine tra sanità pubblica e privata dopo che per decenni fiumi di denaro sono finiti gestiti da una “cupola”. E se il titolare del laboratorio non faceva parte della “cupola” o ne rifiutava la “mediazione”, presto si trovava dinanzi il burocrate di turno pronto a sollevare problemi insormointabili. Un laboratorio di Castellammare del Golfo oggi è l’esempio concreto di cosa è significato cercare di lavorare senza padrini e padrinaggi, un contenzioso amministrativo, e la Serit, stanno sancendo la sua fine. Martedì prossimo, domani, ci saranno i lavoratori di questo centro d’analisi di Castellammare del Golfo in testa al corteo per la protesta apposta organizzata per rappresentare il malcontento di tanti imprenditori e dipendenti di quella sanità privata che ieri si trovava messa contro la “cupola” e oggi una amministrazione regionale certamente in difficoltà, per l’eredità raccolta, a mettere ordine. Chiedono equità di trattamento con i privati, maggiori risorse e criteri più trasparenti ed equi per l’erogazione dei fondi. Sono sul piede di guerra i laboratori di analisi ed i centri di medicina specialistica convenzionati con la Regione. La protesta riguarda oltre 300 laboratori su 450 in totale. Previsti disagi per chi martedì dovrà effettuare prelievi del sangue o visite mediche ma i laboratori fanno sapere, tramite i sindacati, che “la consegna dei referti avverrà regolarmente e le terapie saranno effettuate regolarmente”.
Dieci le sigle che hanno aderito: Abs guidata da Giuseppe Maugeri, Aipa da Nicola Locorotondo, Amsa-Fkt (Calogero Montaperto), Ardiss-Fkt (Salvatore Calvaruso), Citds (Domenico Marasà), Croat (Francesco Salerno), Federbiologi (Pietro Miraglia), Federlab (Gabriele Salvo), Laisan (Filippo Cinardo, Sbv (Salvatore Gibiino).
I sindacati lamentano diverse questioni aperte ormai da tempo e per le quali non è stata ancora trovata soluzione. A partire dai rimborsi per le prestazioni effettuale nel 2015. Che ci sarebbe stata la decurtazione era noto, ma i sindacati ricordano che la Regione avrebbe dovuto operare un taglio dell’1 per cento rispetto all’anno precedente “ma in media la decurtazione è stata del 5 per cento con punte del 15 per cento”. Tra le altre richieste c’è quella di revocare la circolare “che indebitamente impone l’obbligo di Durc alle strutture specialistiche accreditate esterne”. Secondo i sindacati “i laboratori sono già sottoposti al controllo delle Asp e tra l’altro non siamo tenuti al Durc perché i nostri non sono appalti”. Quindi chiedono di “sospendere ogni attività di verifica dei requisiti di accreditamento fino a che non venga rimosso l’ indegno privilegio dell’ esenzione dei controlli per gli ambulatori pubblici e non venga ripristinata l’ effettiva parità tra pubblico e privato accreditato”. I sindacati stanno cercando di ottenere un incontro con l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi.