ALCAMO. Una lettera scritta dal cuore, sincera, concreta, propositiva e con un pizzico di amarezza. E’ questa la missiva che vi proponiamo oggi. Uno scritto recapitatoci l’altro ieri da un giovane alcamese, Nicolò Rubino, da anni residente nella capitale inglese per motivi lavorativi. Una riflessione sulla bellezza e sulle opportunità della città di Alcamo. Tra le righe si legge chiaramente un forte auspicio per le sorti e il futuro del territorio.
Una città di cui non se ne può fare a meno quando si viene privati di averla vicino. A mancare sono quei profumi, quei sapori, quei colori, quel mare, quella montagna, quelle persone, quel dialetto e tutto quello che ci accompagna sin dai primi passi di vita. A volte basta veramente poco, anche un solo pensiero, per far risalire alla memoria quel sole di primavera che riscalda la città e quel vento di tramontana che l’accarezza dolcemente. Un territorio che ha donato tutto se stesso ai propri inquilini, spesso poco riconoscenti. Forse la tendenza all’autolesionismo nella città di Alcamo sta passando di moda, forse…chissà. Magari ad iniziare questo nuovo processo saranno proprio loro, gli alcamesi all’estero, con il loro punto di osservazione privilegiato.
LONDRA.
Cari amici,
mi permetto di scrivervi perche è scrivendo che si ricordano i bei momenti.
La solita corsa domenicale sul riverside del Tamigi di Londra, 45 minuti di carica, ritmi dinamici, visioni multiculturali ed energia viva trasmessa da una splendida capitale di 10 milioni di abitanti. Ottima musica, decisamente selezionata da spotify, ma che purtroppo (o per fortuna) non riesce a distrarmi da un pensiero ricorrente e su alcune riflessioni sulla mia amata città: Alcamo. Una corsa decisamente motivante, ricca di particolari deviazioni, che mi portano a pensare un Alcamo finalmente felice ed un Alcamo dapprincipio triste.
Perché felice? Perché finalmente tra qualche mese si rimetterà in moto un nuovo sistema organizzativo, sperando sia capace, moderno, con ampie vedute, con attenzione ai giovani, agli adulti e ai pensionati, all’economia, allo sviluppo, al turismo, all’agricoltura, allo stare bene e nel restituire ad Alcamo un’immagine internazionale di un paese vivibile e pieno di positività.
Felicità e tristezza che oggi corrono insieme, e magari talvolta la tristezza corre ancor più veloce. Perché triste? Perché è uno scenario triste, uno scenario vecchio, marcio, pieno di incompetenti inutili e pieno di competenti che non riescono a dare il meglio di se a causa di un sistema corrotto. Un paese molto individualista, dove molti abusano di poteri per darsi un proprio sorriso nascosto. Una piazza vivace ma vissuta solo da interlocutori che ancora pensano a valori propri e non collettivi. Valori dettati da classi dirigenti bravi ad analizzare un bilancio in termini di numeri ma non in contenuti. Un paese triste, un paese dove ancora la campagna elettorale è misurata sulla popolarità del quartiere e non dell’intera città e/o sul valore della persona all’esterno della città.
Speriamo che tra i due vincerà la felicità… nel frattempo continuo a correre per contribuire a questa virtuale accelerazione!
Un mio punto di vista personale…naturalmente.
Ho creduto nella mia città e continuo a crederci. A 19 anni mi misi in gioco per realizzare l’unico (a quei tempi) ed esclusivo stabilimento balneare, superando con difficoltà qualsiasi barriera e disavventura. Non voglio parlare di Alcamo Marina, troppi argomenti e dettagli da citare, ma quello che vorrei consigliare da buon Problem Solver, è di smettere di pensare ed analizzare gli errori e ridicolizzare chi ha sbagliato o mal gestito. Si, è vero occorre analizzare e compredere gli errori commessi in passato, ma su un piano di lavoro di prospettive, nel quale bisogna concentrarsi maggiormente sulle soluzioni da adottare per risolvere le criticità. A tutto c’è una soluzione!
Alcamo per diversi anni è rimasta ferma, mal gestita, o gestita con strategie valide che non hanno funzionato. Okay, accadde e magari può riaccadere, ma non in un piano strategico che dovrebbe abbracciare un ventaglio di settori volti a far stare bene una città.
Ho molta rabbia quando non riesco a trovare facilmente un buon Alcamo Doc qui in Inghilterra, di chi è la colpa a me non interessa. Di sicuro, abbiamo avuto buone intuizioni nel passato come quella a riguardo della strada del vino che poi è stata interrotta o rallentata nel tempo. Ma quello che oggi voglio evidenziare è che l’Alcamo DOC è ancora in tempo per essere bevuto nei peggiori bar di Caracas! Naturalmente metaforicamente ci scherzo pure sopra!
Però al di là dello scherzo, mi fa molta rabbia vedere gli amici agricoltori che sono costretti a sminuire la loro fatica nel produrre ottimi meloni gialli o tipici Purceddu e aspettare ancora i compratori napoletani radunandosi per le via della Città. Salite con i tir qui a New Covent Garden Market di Londra, di sicuro il vostro sorriso e sudore misto al nostro orgoglio cittadino sarà ripagato e apprezzato.
Mi fa ancora rabbia quando socializzando con diverse etnie e culture miste mi presento dicendo che gestisco uno stabilimento balneare dove altresì ci sono 7 km di spiaggia dorata unica e incantevole e loro che mi rispondono? “What are you doing here in London??”
Sono a Londra per sviluppare la mia forte ambizione e per ottimizzare il mio personale profilo, ma non smetto mai di pensare sempre alla bella Alcamo.
Alcamo è bella, è ricca e non ha eguali nel mondo. Si differenzia per diversi aspetti ed ha le caratteristiche per diventare un polo culturale, economico e sociale. Inoltre, e non di meno, è ricca di talenti, che rappresentano il design a Shangai, l’ambasciata ad Abu Dhabi, l’astronomia in Cile, la ricerca sul cancro in Brasile e cosi via.. Un orgoglio inestimabile, eppure ancora dobbiamo raccontarlo come un paese triste. No, non è normale!
Sono fiero di essere alcamese e credo ancora nello sviluppo di questa bella città.
Amici, alcamesi residenti e alcamesi residenti nel mondo, please, contribuiamo tutti per ridare luce ad una città che da est a ovest e da nord a sud non si merita di essere abbandonata e mal gestita.
Un caro saluto a tutti
Nicolò Rubino
London, 13/03/2016 2pm