La centrale di Favignana, “speriamo che non sia solo prendere tempo”


favignanaC’è voluto il risalto mediatico per fermare un progetto contro l’ambiente, ma tra sei mesi il problema tornerà ad esistere

Favignana come Castelvetrano? Pare proprio di si. Comune denominatore il ruolo della stampa, dell’informazione che a Favignana come a Castelvetrano ha fatto esaltare una questione seppur diversa rispetto a quella del centro belicino a proposito di tema e oggetto, ha come comune denominatore fatti anacronistici che resistono nel tempo. A Castelvetrano c’è voluto il can can dei giornali per indurre i consiglieri comunali a dimettersi per impedire ad un consigliere “chiaccherato” di svolgere il proprio mandato. A Favignana tutt’altro e opposto è stato il tema. Dal dicembre 2015 era bello e pronto un progetto per la costruzione di una nuova centrale elettrica dal grave impatto ambientale, e solo in questi giorni il progetto è stato messo temporaneamente da parte, e solo dopo sui giornali si è raccontata questa incredibile storia. Anacronistica perchè il progetto è stato confenzionato in tempi in cui la tutela dell’ambiente è la parola d’ordine di tanti e in tempi in cui il ricorso alle energie rinnovabili è la strada preferita da più parti. E a Favignana regina dell’ambiente marino per eccellenza cosa si era pensato? Costruire un impianto industriale in uno dei punti più suggestivi dell’isola, giammai potesse davvero esistere una graduatoria dei punti più belli, e costruire una centrale di produzione elettrica alimentata a gasolio. Come è andata a finire è cosa nota, se ne ridiscuterà fra sei mesi, sperando che nel frattempo qualcosa possa cambiare. Uno a non credere che in questi mesi si progetti qualcosa di diverso è Michele Rallo, uomo di Legambiente prima e dell’associazione Libera dopo, che sul tema interviene legittimato dal fatto di essere un consigliere comunale. “La storia di questa vicenda – dice Rallo – ci dimostra come rispetto a questo gravissimo problema, rispetto al quale tanti oggi si stracciano le vesti, quando io e una mia collega presentammo una interrogazione consiliare più che consensi abbiamo raccolto fastidi, perchè parlare delle cose vere della nostra terra per molti significa fare brutta pubblicità, ma questo è normale. Qui”. Un gran can can, ma intanto arrivò anche un commissario nominato dalla Regione per l’approvazione del progetto che necessitava di una variante urbanistica. “Vero – osserva Rallo – pensi, per costruire il nuovo impianto fu localizzata in un’area a 500 metri in linea d’area da Cala Rossa, 350 da Cala Azzurra, 200 dalla zona del Bue Marino, ma tutto il dibattito che ne è seguito è stato fatto in assenza del protagonista, l’azienda Sea che ha proposto il progetto, e in assenza anche del gruppo di opposizione all’interno del Consiglio comunale, mentre in maniera inequivocabile i consiglieri di maggioranza e l’amministrazione comunale hanno detto di no a questo progetto, peccato che l’opposizione ha disertato il dibattito”. La Sea, Società Elettrica Accardi spa è il produttore da più di 50 anni di energia elettrica sull’isola di Favignana, in un regime di monopolio legale riconosciuto dallo stato Italiano sol perchè l’isola non risulta interconnessa con la terra ferma tramite un cavidotto elettrico. Da un tavolo tecnico è uscita una sola soluzione, la Sea ha deciso di prendere una pausa di sei mesi congelando l’iter, per vedere di presentare, affiancato al progetto della centrale a gasolio, vecchio di 15 anni corredato di tutti i pareri favorevoli degli altri enti, un nuovo progetto pilota che sviluppa le rinnovabili. Allora avete vinto? “Vittoria? No, forse non è una vittoria, ma solo un prendere tempo. Speriamo allora che tra sei mesi non dobbiamo fare le stesse considerazioni, speriamo di cuore che finalmente si possa parlare di un approvvigionamento green dell’energia elettrica su quest’isola, al pari di tante altre realtà, speriamo che si capisca che questo giro di boa non venga preso come un ostacolo ma una opportunità di crescita, speriamo di non dover più sentire di siti inquinati e sversamenti su questa isola, speriamo di vedere in contrada mustazzello o fossafelle sorgere un bellissimo orto, come quelli che un tempo interessavano gran parte di questa terra oggi incolta. Lo sviluppo di questa isola, delle Egadi, passa per uno sviluppo di quello che abbiamo ereditato, la cultura, le tradizioni, la tutela del paesaggio, del riconoscere la bellezza dei luoghi e la loro difesa, guardandoci indietro anche, come al tempo dei nostri nonni”. Tra le righe pare si legga una precisa preoccupazione. E’ chiaro che la nuova centrale non sorgerà laddove la si voleva realizzare, ma tra sei mesi la proposta che potrebbe essere presentata prenderebbe in esame la popssibilità di allargare l’impianto oggi esistente. Rallo lo fa intendere. Favignana deve dire di no a questo genere di produzione elettrica, quella a gasolio, com’è adesso, non va bene perchè inconiugabile con la tutela ambientale, serve attuare una fonte di energia rinnovabile. Ma non si deve dimenticare che esiste un progetto per collegare l’isola alla terraferma con un cavidotto. Costerebbe tanto quanto ogni anno lo Stato paga alla Sea in termine di contributo per il servizio reso. e peraltro la spesa della collocazione del cavidotto sarebbe ammortizzabile in un paio d’anni. Di questo non se ne vuole proprio parlare?

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.