Papania, condanne e assoluzioni

papaniaIl gup Fontana ha chiuso dopo un lungo percorso giudiziario il procedimento nei confronti dell’ex parlamentare alcamese e dei suoi collaboratori.

Non c’è stata ad Alcamo alcuna associazione a delinquere a sovraintendere alla campagna elettorale delle amministrative 2012, ma per il gup Lucia Fontana c’è stato voto di scambio che si è articolato facendo accreditare al banco delle opere di carità una serie di associazioni che durante la campagna elettorale distribuivano alimenti agli indigenti per “comprarne” così il voto.

Oggi la sentenza, assoluzioni per gli imputati dall’accusa di associazione a delinquere, ma condanna (dichiarata però sospesa per tutti) per il voto di scambio, ma le pene inflitte sono state definite molto al di sotto di quelle chieste dal pm Franco Belvisi. L’ex senatore del Pd Nino Papania, principale imputato ha avuto inflitti 8 mesi (2 anni e 4 mesi la richiesta del pm) e 400 euro di multa, stessa condanna (la richiesta era di 18 mesi) per Massimiliano Ciccia, storico braccio destro di Papania, 8 mesi e 400 euro di multa. Nei confronti di Papania e Ciccia il gup ha riqualificato l’originaria imputazione riconducendola al solo voto di scambio. Gli altri imputati: per Giuseppe Bambina (2 anni e 6 mesi era la richiesta), sei mesi e 280 euro di multa per Filippo Renda e per Giuseppe Galbo (20 mesi era stata la richiesta per tutti e due). Rinvio a giudizio per Antonio Nicolosi e Giuseppe Milana, anche per loro solo voto di scambio. Le condanne sono state pronunciate dal gup con la riduzione di un terzo come previsto dal rito abbreviato.

Il giudice ha anche stabilito che gli imputati condannati sono sospesi dal diritto elettorale per tutta la durata della pena, nonchè il risarcimento dei danni e delle spese legali alle parti civili costituite, tra le quali c’è anche il Comune di Alcamo. Sarà interessante adesso leggere le motivazioni della condanna, per avere un quadro completo su quello che è accaduto ad Alcamo in occasione delle ultime elezioni che videro l’elezione del sindaco Sebastiano Bonventre, dimessosi poi nel corso del suo mandato.

Il Comune è guidato da un commissario e a giugno si andrà al voto per rieleggere il sindaco e il Consiglio comunale. Per il gup durante la campagna elettorale del 2012 sono state compiute azioni mirate ad “acquistare” il voto, attraverso la distribuzione delle classiche buste con la spesa bela e pronta, alimenti, pacchi di pasta, utilizzando il veicolo del “banco delle opere di carità”. Destinatarie della “caccia” sfrenata al voto le famiglie indigenti alcamesi, che ricevevano gli aiuti e contraccambiarono votando secondo le indicazioni loro pervenute. A sostenere le ragioni dell’accusa anche il movimento politico Abc, il cui candidato l’avv. Niclo Solina fu sconfitto al ballottaggio da Bonventre per una manciata di voti.

“ABC quattro anni fa si è fatta portavoce di un forte desiderio di cambiamento maturato nella cittadinanza alcamese che, chiamata alle urne, ha risposto in maniera chiara e decisa con il suo voto. Sfiorare la vittoria – e soprattutto apprendere poco dopo che quella vittoria è stata strappata a noi e a tutti agli alcamesi con pratiche illecite di scambio – ci ha spinti a reagire con profonda indignazione e a cercare giustizia nelle sedi appropriate. Era stata infatti messa in atto una macchinazione volta ad alterare la volontà politica dei cittadini facendo leva sui loro bisogni primari e sfruttando un notevole disagio sociale per il perseguimento di fini personali e politici. Per la prima volta in Italia più di cento privati cittadini – appartenenti e non al movimento ABC – si sono voluti costituire parte civile insieme all’allora candidato Sindaco Niclo Solina, che fu sconfitto al ballottaggio per soli 39 voti, per manifestare lo sdegno e il disappunto nei confronti di questo sistema illecito e immorale. Oggi per noi arriva l’ulteriore conferma di aver combattuto una battaglia giusta, a tutela e a garanzia del corretto funzionamento della democrazia; questo ci motiva e ci dà la spinta per continuare a lottare e a credere in una città diversa”.

Il voto del 2012 è anche oggetto di un altro processo che si sta svolgendo dinanzi al giudice monocratico Franco Messina. Ancora per voto di scambio. Imputati in questo dibattimento sono ancora l’ex senatore Papania e Massimiliano Ciccia, nonché Giuseppe e Leonardo De Blasi, Giuseppe Di Gaetano , Davide Piccichè, Giovanni Renda e Leonardo Vicari.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.