“Cosa accade alle persone che, direttamente o indirettamente, entrano in contatto con la mafia? Cosa accade ai familiari delle persone uccise dalla mafia? Cosa accade ai commercianti/imprenditori vessati dal racket delle estorsioni? Cosa accade alle Forze dell’ordine, ai magistrati che vivono e lavorano in contesti in cui è forte la presenza dell’organizzazione criminale? Cosa può fare la gente per contrastare il processo di oppressione mafiosa”? Com’è possibile favorire un’approfondita conoscenza del fenomeno mafioso e delle caratteristiche culturali e psico-antropologiche ad esso connesso?
A tutte queste domande cercherà di rispondere il Gruppo di Ricerca sulla Psicologia del fenomeno mafioso del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Palermo, coordinato dal Prof. Girolamo Lo Verso, mediante due giornate di studio che si terranno nella Provincia di Trapani, 21 e 22 maggio 2016 a Salaparuta (TP), dal titolo “Lo psichismo mafioso. La ricerca-intervento in provincia di Trapani e le ricadute psico-socio-territoriali all’interno di un contesto rurale” .
Il Trapanese è stato considerato uno degli ultimi “santuari”, o quasi, di Cosa Nostra. La provincia di Trapani è, però, anche luogo di infinite bellezze, di grande storia ed archeologia, di splendido mare, di squisita agricoltura e grandi vini. È un luogo attraversato da una mitica e grande storia al centro del Mediterraneo. In essa hanno operato, a partire da Borsellino e Falcone e dai giudici presenti in questo programma. Molti tra i più attenti e capaci magistrati antimafia della Sicilia, e quindi dell’Europa, hanno operato in provincia di Trapani.
È questo il secondo anno che si dedica l’incontro scientifico-culturale a Trapani. Nel 2014 a Trapani Città, con la Giornata di Studi “La Psicologia del fenomeno mafioso ed il suo superamento”, quest’anno alla Valle del Belice. Progressivamente sta accadendo in tutta la Sicilia il processo di trasformazione da capitale della mafia a capitale, anche, dell’antimafia ed anche la ricerca/intervento antropo-psicologica può contribuire a questo. Nel caso specifico del presente convegno l’obiettivo è quello di implementare la conoscenza , e quindi, il contrasto della mafia e della cultura mafiosa nell’entroterra trapanese ed in una realtà con radici agricole (tema per la prima volta esplorato).
Caratterizzeranno le due giornate un evento musicale e uno di video inchiesta.
L’evento musicale: “MadreTerra” di Ezio Noto e Disìu con Raimondo Moncada e Lucia Alessi.
“MadreTerra” è un concerto di emozioni, con musica e parole che hanno al centro la Sicilia. In scena cantautori, musicisti, scrittori, attori siciliani, provenienti da diversi città e da diverse province, uniti dall’amore per la loro terra e a sostegno della propria sicilianità, del senso di appartenenza. Artisti che si sono trovati per la prima volta assieme nell’agosto del 2015 a sostenere un’eccellenza della terra, con uno spettacolo all’interno di una cantina a Menfi. Doveva essere una serata unica e invece, a richiesta, è stata replicata con successo in altri centri, come è accaduto in occasione della festa dell’olio e della terra a Caltabellotta e come è accaduto al teatro Aldo Nicolaj di Calamonaci dove lo spettacolo è stato inserito come appuntamento nella rassegna teatrale 2015-2016. Protagonisti il cantautore siciliano Ezio Noto con il suo gruppo “Disìu”: Totò Randazzo (basso), Mario Vasile (percussioni), Marco Caterina (sax soprano), Giuseppe Cottone (pianoforte, tastiere e synth), Nicola Pollina (percussioni ed effetti sonori), Alessandro Mantini (chitarrista). Le musiche e le canzoni di Ezio Noto fanno da colonna sonora a un viaggio tra le luci e le ombre della Sicilia, a cui danno voce Lucia Alessi (attrice), Raimondo Moncada (attore). Vengono recitati testi di grandi Autori siciliani come Ignazio Buttitta, Pippo Fava, Leonardo Sciascia, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Gesualdo Bufalino, Luigi Pirandello, brani della tradizione popolare e dello stesso Raimondo Moncada. Si ride, si piange, si riflette, in un ventaglio di dolci e forti emozioni. Esce fuori una Sicilia che si guarda allo specchio. C’è la Sicilia del gioco, quella delle favole, quella dell’amore, quella del dispetto. C’è la Sicilia “sperta” e quella violenta. C’è la Sicilia che soffre, la Sicilia che con coraggio si ribella ai propri atavici mali. C’è la Sicilia mafiosa e antimafiosa. C’è la Sicilia del riscatto. C’è la Sicilia estrosa, energica, che crea e canta, quella fiduciosa che continua a sognare la fine dell’eterna Opera dei Pupi. Di recente il suddetto “spettacolo” è andato in scena in occasione della manifestazione “Per non dimenticare” in memoria di Accursio Miraglia e di tutte le vittime di mafia, sabato 20 febbraio 2016 a Sciacca, promossa e organizzata dalla Fondazione “Accursio Miraglia” presieduta dal figlio Nicolò, di concerto con la Flai Cgil, il Comune di Sciacca, la Fidapa, l’Istituto comprensivo Statale “Maredolce” di Palermo, l’associazione “Mizzica” e altre associazioni antimafia.
Evento Video Inchiesta: “Fondi rubati all’agricoltura” di Diego Gandolfo e Alessandro Di Nunzio.
E’ l’inchiesta vincitrice del “Premio Roberto Morrione” 2015 per il giornalismo investigativo televisivo. L’inchiesta esplora il mondo dei fondi europei destinati a sostenere il settore più cruciale e strategico dell’economia italiana, svelando come Cosa Nostra abbia messo le mani sui fondi Ue per l’agricoltura. Contadini minacciati di morte e costretti ad abbandonare la propria terra, uomini dello Stato sotto scorta, totale assenza di controlli e un business milionario che rende più del traffico internazionale degli stupefacenti. Un affresco livido che mette in luce inerzie, complicità, rassegnazione ma anche atti di eroismo quotidiano di chi non accetta di piegare la testa.