Ieri sera la piazza Ciullo era stracolma di gente. L’evento che ha attirato tanta gente è stato organizzato dai 5 Stelle che tra gli ospiti vedeva il Vice Presidente della Camera DI Maio, ma è stata anche l’occasione di risentire il candidato Sindaco di Alcamo Domenico Surdi che ha iniziato il suo intervento rivolgendosi ai cittadini, affermando che non si vuole una delega, ma una compartecipazione sia ora che dopo le elezioni e ha esortato tutti a convincere anche gli indecisi, perché non bisogna cadere nel tranello del “tanto sono tutti uguali”, la città può cambiare e può cambiare la politica solo convincendo a votare 5 Stelle, così da rinnovare e portare al governo della Città una politica diversa dal passato in tutto, dai metodi alla sostanza. Surdi ha poi spiegato il no degli apparentamenti ad altre liste, motivando la decisione con il fatto che l’apparentamento dopo aver vinto le elezioni significa compromesso e ingessare l’azione politica. Ha spiegato anche la diversità della creazione della lista 5 Stelle, essa non ha riempilista come altre, sono 24 persone in prima linea. Ha continuato criticando le liste completate all’ultimo momento, ha detto: non ci si può presentare come “nuovo” se poi si utilizzano i metodi della vecchia politica. Metodo condannato da Surdi anche quello di chiedere la sezione dove si vota, “quando vi chiedono il numero di sezione – ha affermato Surdi – date il mio numero di telefono, glielo spiego io che il voto è libero e deve rimanere libero in questa Città”. Andando poi al sodo dell’amministrare la città Surdi ha affermato: “Dobbiamo ritornare a programmare in questa Città, che ha vissuto troppo tempo sulla base dell’emergenza, è una Città che ha bisogno subito di metter mano al piano regolatore e per farlo dobbiamo sistemare gli uffici comunali, perché l’Ufficio Tecnico non ha un Dirigente, quindi bisogna indire concorsi, una parola che ad Alcamo è stata cancellata dal vocabolario perché non ce ne sono più da un trettennio e forse più. Bisogna rimodulare gli uffici comunali e noi incontrando i dipendenti di questo comune abbiamo trovato persone solari, persone che vogliono lavorare, diffidate da tutti quelli che dicono che dentro gli uffici comunali ci sono persone che non vogliono lavorare, vi assicuro che non è vero”.
Subito dopo l’intervento di Di Maio che ha iniziato parlando del “cosa abbiamo fatto per dare sostegno a ciò che vogliamo fare”. “Il movimento 5 Stelle entra nelle istituzioni e la prima cosa che fa è aprire il bilancio, prendere tutto quello che non serve, cominciare a tagliarlo e mettere le risorse per l’istruzione, polizia urbana, trasporti e occasioni di lavoro, noi facciamo così”. Poi ha criticato la politica spendacciona facendo l’esempio degli “Affitti d’Oro” pagati dalla Camera. Sempre Di Maio ha citato una legge di tre righe portata avanti da lui stesso, che ha permesso che si potesse recedere dai contratti troppo onerosi per la pubblica amministrazione. E grazie a questa legge “voi non pagate più 32 milioni di euro di affitti d’oro della Camera dei Deputati”. Questo provocò la reazione di chi guadagnava con questi affitti e “andò a raccontare tutto e disse “è vero io prendevo 32 milioni all’anno ma da me veniva tutti a chiedere i soldi per la campagna elettorale e da me venivano tutti a chiedere di assumere l’amico dell’amico”.
Poi Di Maio ha affrontato il problema immigrazione affermando: “l’immigrazione è diventato un business per cooperative che poi finanziano le campagne elettorali dei partiti che non risolveranno mai il problema se si faranno finanziare dalle cooperative che speculano sull’immigrazione. Come si risolve? Non votando più le forze politiche senza sapere chi le finanzia”.
Il vice presidente della Camera ha anche spiegato come si finanzia il movimento: con i contributi volontari dei simpatizzanti e dei liberi cittadini. Mediante questi e grazie a campagne elettorali poco costose quelle dei 5 Stelle, i soldi non spesi sono serviti per finanziare cose utili e necessarie. Con questo Di Maio ha messo in evidenza che su questa linea il governo potrebbe risparmiare molto.
Parlando del Comune Di Maio ha portato a conoscenza degli astanti che dove governa il Movimento 5 Stelle 10 comuni su 13 Equitalia non ha più la convenzione, non è possibile che il cittadino che ha un debito di “100 euro tra sei mesi si vedrà recapitare una mora di “2000 euro”, è giusto che paghi ma dovrà poter dilazionare il debito”.
Ha concluso Di Maio con il denunciare che non si può fare due anni in Parlamento e prendere un vitalizio di 6 mila euro al mese e ha rimarcato la differenza tra chi ha dietro i petrolieri e invece chi come il Movimento 5 Stelle ha dietro le piazze.