ALCAMO. Intervista integrale a Baldassare Lauria, candidato a Sindaco di Alcamo per le prossime amministrative del 5 Giugno 2016.
Avvocato Lauria, lei è stato proposto diverse volte come candidato a Sindaco nelle precedenti competizioni elettorali. Questa volta ha sciolto la riserva. Cosa l’ha convinta, in un momento critico come questo, a compiere questo passo?
Alcamo è una città ferita, le ultime amministrazioni ci hanno consegnato un campo di macerie, di fronte a siffatta constatazione il “silenzio” diventa complicità, ognuno di noi ha il dovere di attivarsi per contribuire al risanamento. Ecco proprio nell’ottica del servizio alla città matura la scelta di candidarmi; è stata una scelta ponderata, sono cosciente che per me avrà un costo enorme, non solo da un punto di vista economico, ma sento di doverlo fare, amo la mia città.
La mia candidatura è un progetto che matura fuori da ogni logica di partito o di comitato, di qualsivoglia natura, e l’eterogeneità politica delle liste che sostengono tale progetto è la prova che non ho “tutori” o “padrini” alle spalle.
Sono un candidato sindaco a progetto, aperto a tutti coloro che accettano le mie condizioni , indipendenza e libertà di azione. Oggi credo di avere spalle piuttosto larghe, non sono ricattabile e non sono permeabile ad influenze esterne. – Questo è certo.
Con lei potrebbe rinascere in città un polo dei moderati e del centrodestra. E’ consapevole di questa eventualità?
Certo, io sono cresciuto in un ambiente politico di destra ma il governo della città non ha connotazioni ideologiche. – Ho messo assieme candidati di destra e candidati di sinistra, con vissuti politici totalmente diversi, questo credo sia espressione di una certa attitudine all’aggregazione.
Auspico per la città il superamento della conflittualità politica, che ha caratterizzato gli ultimi anni, nella sola prospettiva del benessere degli alcamesi.
Negli ultimi anni la politica, a tutti i livelli, ha perso quel rapporto diretto con il cittadino. Quali sono state secondo lei le cause di questo cambiamento?
Vede, dal dopoguerra la politica italiana è maturata su una piattaforma clientelare che ha gemmato una classe dirigente espressione di quella ( sotto) cultura. Le dinamiche europee, da un lato, la significativa crisi economica, dall’altro, hanno messo a nudo la fragilità di questo sistema.
In tale contesto abbiamo assistito alla nascita di movimenti di protesta senza proposte che hanno cavalcato l’onda emotiva, ma adesso non c’è più nulla da distruggere, i Re sono caduti, questo è il tempo della ricostruzione, che richiede una nuova classe politica capace di interpretare le istanze civiche in una prospettiva di rinascita.
Parliamo di Alcamo. In questi anni la città ha perso la sua centralità nella politica del territorio, con scarse prospettive future. Da dove ripartirebbe per un ritorno in auge della città?
E’ necessario ripartire dal patrimonio storico e culturale della nostra città che non ha eguali negli altri borghi siciliani, purtroppo si tratta di un patrimonio che l’inadeguatezza della classe politica, e l’incapacità di essa a guardare le nuove sfide di mercato, non è riuscita a capitalizzare.
Pensi che turisticamente Alcamo viene venduta sol perché è vicina a Castellammare del Golfo, a Scopello o altro, non abbiamo un nostro brand turistico e ciò pur avendo un territorio a forte vocazione turistica.
Vogliamo invertire questa dinamica, la politica amministrativa guarderà a questa esigenza, alla promozione del territorio per l’attrazione di investimenti, che passa attraverso la riqualificazione urbanistica di Alcamo Marina, con la creazione di una rete fogniaria, l’abbattimento degli ecomostri (cavalcavia e rudere ex motel beach, per il quale sarà intimata la proprietà) , la bonifica del torrente canalotto, la creazione di aree parcheggio e di un arredo urbano.
Ma, è necessario, innanzitutto, ricomporre la frattura sociale, c’è un deficit occupazionale che mette a rischio la tenuta sociale della nostra comunità.
Qualora dovesse diventare Sindaco quali scelte metterebbe in campo sin dall’inizio ?
Riorganizzazione della macchina amministrativa, valorizzando le risorse umane, ogni dirigente sarà, come me, a progetto.
Rivisitazione di un nuovo strumento urbanistico, in direzione turistico-alberghiero, attraverso la creazione di zone omogenee in cui sarà incentivato l’investimento in strutture ricettive –alberghiere.
Sarà promosso un consorzio tra operatori turistici e comuni rivieraschi allo scopo di promuove, da un lato, il nostro brand turistico e orientare gli investimenti in quella direzione, dall’altro, e ciò in un ottica di superamento del distretto turistico ormai strumento obsoleto.
Con l’erosione dell’ imponente evasione fiscale locale sarà istituito un fondo per la restituzione dei tributi locali alle aziende, restituzione legata al mantenimento o all’incremento dei livelli occupazionali.
Sarà creato un nuovo modello di welfare comunale, sussidiario, grazie ad una fondazione onlus alimentata in primis dalla rinuncia nella misura del 100% dello stipendio del sindaco, dal 5 per mille delle imposte dei contribuenti alcamesi e dalla contribuzione volontaria del tessuto produttivo alcamese.
Questo consentirà la nascita di una nuova solidarietà alcamese.
Le scorse competizioni amministrative si sono basate su attacchi personali nei confronti di tutti, senza tanto Fair Play. Cosa suggerirebbe ai suoi colleghi candidati a Sindaco per lo svolgimento della campagna elettorale?
Credo che non sia più il tempo delle polemiche, non c’è più alcun nemico da abbattere, i “vecchi generali” sono caduti, la città è abbandonata a se stessa, questo è il tempo della proposta politica. – La pluralità dell’offerta in tal senso è un’ opportunità per la città.
In genere gli insulti nascondono incapacità, assenza d’ idee e di progetti, da parte mia lascio agli altri movimenti il compito di fare l’elenco delle criticità della nostra città.Io guardo alla rinascita di Alcamo e alle cose da fare subito, prima che sia troppo tardi.
Il mio sogno è far diventare Alcamo bellissima.