Caos tassa rifiuti a Castellammare del Golfo. Giuseppe Fausto: “il sindaco revochi l’ordinanza per le tariffe”

faustoCASTELLAMMARE DEL GOLFO. Il consigliere comunale, Giuseppe Fausto, fa chiarezza sulla questione della tassa rifiuti (TARI) che si applicherà nel corso dell’anno ai cittadini di Castellammare del Golfo. Fausto chiede, inoltre, la revoca dell’ultima delibera del Sindaco Coppola riguardante la determinazione delle tariffe. Quest’ultima, secondo il consigliere, è da considerarsi dubbiosa in termini di legittimità.

Al rammarico espresso dal Sindaco sulla nota vicenda TARI (la tassa sui rifiuti), ritengo doveroso da parte mia tentare di fare un po’ di chiarezza. In data 29 aprile 2016 viene portato in Consiglio Comunale un atto deliberativo che determinava il costo del servizio di raccolta dei rifiuti, per l’anno 2016, in 4 milioni di euro. Nella stessa seduta veniva sottoposto al voto del consiglio un atto deliberativo, consequenziale, che determinava la copertura di questo aumento redistruibuendo il maggiore onere, quantificato in circa il 15%, su tutte le categorie di contribuenti (utenze domestiche e attività commerciali). Senza entrare nel merito dell’aumento del costo del servizio, passato dai 3,5 milioni del 2015 ai 4 milioni del 2016, il consiglio comunale decideva di bocciare entrambe le proposte deliberative. Tale bocciatura veniva motivata con l’approssimativa quantificazione del costo del servizio per l’anno 2016. Di conseguenza per l’anno 2016 si sarebbe dovuto applicare il piano finanziario già vigente per il 2015 (costo del servizio pari a 3.5 milioni) senza bisogno di gravare per ulteriori € 500.000,00 sulle già asfittiche risorse dei contribuenti castellammaresi. L’eventuale buco a cui saremmo andati incontro avrebbe dovuto trovare copertura nel piano finanziario 2017, come sostenuto dalla Corte dei Conti – Sezione di controllo con la deliberazione n. 49/2016 del 13 gennaio 2016.

Con la determinazione dell’eventuale maggiore onere a consuntivo, che avrebbe trovato copertura nel 2017, avremmo dato infatti la possibilità ai cittadini di evitare l’aumento del tributo TARI per l’anno in corso e avremmo avuto una quantificazione precisa e puntuale del (eventuale) maggiore onere da redistribuire ai cittadini l’anno prossimo. Tenendo anche conto del fatto che nel 2016 scade il contratto con AIMERI AMBIENTE ed è quindi auspicabile una migliore organizzazione del servizio, con relativo risparmio per i contribuenti.

A questo punto il Sindaco, anziché condividere il percorso dettato del consiglio comunale, decide di agire d’imperio.

Sabato 30 aprile scrive una nota al responsabile del II Settore nella quale chiede la predisposizione di una ordinanza contenente quanto bocciato dal consiglio comunale (tariffe e piano economico che determina il costo del servizio di raccolta dei rifiuti). Sempre il 30 aprile il responsabile del II settore predispone l’ordinanza che il sindaco, lo stesso giorno sottoscrive.

Ancora sabato 30 aprile, con nota protocollo n. 18608, viene chiesto il parere al revisore dei conti il quale, con una tempistica sorprendente (la risposta ha numero di protocollo 18609) esprime il parere.

Sempre lo stesso giorno la giunta prende atto, con tanto di delibera, dell’ordinanza del Sindaco.

Considerato che ai sensi del comma 683 dell’articolo 1 della legge 147/2013  la competenza sull’approvazione delle tariffe TARI e sul relativo piano economico finanziario è del consiglio comunale, sorge (più di) qualche dubbio sulla legittimità dell’ordinanza emessa dal Sindaco.

Potrebbe infatti accadere che il contribuente, che riceve la richiesta di pagamento della TARI per l’anno 2016, impugni l’avviso davanti alla Commissione Tributaria Provinciale facendo valere l’illegittimità della pretesa per i motivi sopra esposti (competenza del consiglio in merito alla determinazione delle tariffe TARI e del piano economico finanziario).

Senza entrare nel merito della mortificazione subita dal consiglio comunale, che si vede scavalcato nell’esercizio delle proprie funzioni, sarebbe a mio avviso opportuno che il Sindaco revocasse la traballante ordinanza che determina le tariffe TARI e si rimettesse a quanto indicato nella sopra citata Deliberazione della Corte dei Conti.

Questo determinerebbe la sterilizzazione dell’aumento delle tariffe per l’anno 2016 e soprattutto darebbe valenza giuridica alla legittima pretesa del tributo da parte del Comune.

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